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Battipaglia, Rifondazione Comunista avvia petizione di iniziativa popolare
Comunicato Stampa
09 aprile 2019 09:20
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BATTIPAGLIA. Riceviamo e pubblichiamo la nota inviata alla nostra redazione dal Circolo A. Gramsci del Partito della Rifondazione Comunista di Battipaglia: “Si comunica alla cittadinanza tutta che da martedì 9 c.m., anniversario della morte di Carmine Citro, comunista del Circolo Gramsci di Battipaglia, che ha pagato con la sua vita la difesa dei diritti dei lavoratori durante la rivolta battipagliese del 1969, per tutto il mese di aprile, sarà possibile sottoscrivere la petizione di iniziativa popolare per l’integrazione dei principi ispirati ai valori antifascisti e antirazzisti all’interno dei Regolamenti comunali vigenti relativi alla concessione dell’uso degli spazi pubblici.
A tale scopo ci si potrà recare presso il banchetto informativo posizionato in via Italia o in alternativa presso la nostra sede sita in Via Gramsci n. 17 non lontana dal Municipio. Un’altra possibilità è quella di comunicare con noi all’indirizzo email prcbattipaglia@email.it
Abbiamo sempre creduto che i valori della Resistenza antifascista andassero tramandati alle future generazioni, per questo motivo ogni anno abbiamo sempre commemorato la festa di Liberazione del 25 aprile con un’iniziativa pubblica. Quest’anno, constatata la degenerazione politica in atto, abbiamo deciso di avviare una petizione popolare, che ha già avuto l’adesione di diverse associazioni cittadine, per rendere i regolamenti comunali più conformi ai principi costituzionali, avvalendoci della solidale collaborazione e condivisione del Consigliere comunale Egidio Mirra.
Purtroppo anche il nostro territorio continua ad essere teatro di iniziative di stampo fascista, persino in spazi di proprietà dell’ente, ed è gravissimo che si sia permesso in passato, ad un manipolo di neofascisti, di inscenare in un luogo pubblico un’indegna kermesse razzista, nonostante le forti rimostranze della popolazione. L’apologia del fascismo è un reato, non un’opinione. Tale pratica non può quindi essere riabilitata invocando la libertà di espressione, garantita dalla Costituzione. Per inciso, il diritto di esprimere liberamente le proprie idee, trova un limite nel diritto degli altri (che siano minoranze etniche, omosessuali, immigrati, oppositori politici etc.) a non essere offesi, a non essere sopraffatti, emarginati o aggrediti verbalmente.
Ignorando o rimanendo inattivi di fronte a quello che sta succedendo lasceremmo campo libero all’avanzare del clima di intolleranza e violenza, con grave danno alla società civile”.



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