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INTERROGATORIO
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Salerno, mazzette ai giudici tributari: Naimoli vuota il sacco e svela il 'sistema'
Redazione
17 maggio 2019 11:19
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SALERNO. Il segretario della Commissione Tributaria di Salerno, Gaetano Naimoli, vuota il sacco ed ammette tutte le proprie responsabilità in merito all’indagine della Guardia di Finanza sulle mazzette per aggiustare sentenze ed azzerare debiti con il Fisco. Assistito dal suo legale, l’avv. Michele Sarno, nel corso dell’interrogatorio di garanzia davanti al gip Piero Indinnimeo del Tribunale di Salerno, Naimoli ha parlato per oltre 4 ore, svelando come funzionava il sistema corruttivo che, dietro il pagamento di tangenti che arrivavano anche a 30mila euro, ha consentito a diversi imprenditori salernitani di sanare pendenze ingenti con l’Agenzia delle Entrate. Naimoli è finito in carcere insieme ad altre 13 persone, tra cui i due giudici tributari Giuseppe De Camillis e Fernando Spanò, pizzicati dalle Fiamme Gialle mentre intascavano il denaro di provenienza illecita negli ascensori della sede della Commissione tributaria regionale. Un patto tra magistrati e imprese che consentiva di pilotare sentenze con un danno complessivo all’Erario di oltre 15 milioni di euro, un collaudato scambio di favori illegale che “sembra la punta di un iceberg ben più profondo”, come scritto dallo stesso gip nell’ordinanza cautelare. Dunque, i verdetti condizionati dai giudici infedeli potrebbero essere più dei 10 accertati, tra il settembre 2018 ad aprile 2019, dalle indagini condotte dal pm Elena Guarino della Procura della Repubblica di Salerno, che hanno portato dietro le sbarre anche due dipendenti amministrativi, sei imprenditori e quattro consulenti fiscali.



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