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FU ASSESSORE AI LLPP
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Capaccio piange Donato Sangiovanni, pioniere dei commercianti
Redazione
10 giugno 2019 12:53
Eye
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CAPACCIO PAESTUM. La comunità di Capaccio Paestum piange la scomparsa di uno dei suoi protagonisti più stimati, Donato Sangiovanni, noto imprenditore per anni punto di riferimento e saggezza. Affidiamo al caro collega e nipote, Carmine Caramante, il fervido ricordo di nonno Donato.

Questa mattina alle ore 11.00, Donato Sangiovanni, mio nonno materno, si è spento serenamente nel suo letto di casa. Lo conoscevano in tanti. E credo gli si debba un necrologio di quelli fatti bene. Non è vero che esiste “la livella” che manda tutti all’oblio. Come Ugo Foscolo scriveva ne I Sepolcri, l’unica cosa che ci distingue come esseri umani è il ricordo, che va perpetrato per sempre.

DONATO SANGIOVANNI, UOMO DEI NOSTRI TEMPI

L’infanzia
Donato Sangiovanni nasce a Capaccio, il 23 aprile 1925. Figlio di umilissimi braccianti agricoli, gente che da Capaccio Capoluogo partiva all’alba per scendere nella piana a coltivare la terra. Di sera risalivano, a piedi. D’estate si restava giù, a dormire nelle “Pagliare”. Pietro Sangiovanni, suo padre, era famoso nella coltivazione dei meloni.
Donato è un ragazzino sveglio, di quelli che la mandavano a dire. Così è stato per tutta la sua vita. Quando c’è stato da difendersi, lo ha fatto con forza ed intelligenza.
All’età di 9 anni, alle elementari, fu espulso da tutte le scuole pubbliche del Regno d’Italia di ogni ordine e grado. Tirò un calamaio dritto in faccia ad una maestra che stava massacrando di botte suo fratello Antonio.
Fu un totale autodidatta, quindi.

La gioventù
L’anagrafe (furono arruolati i nati fino alla classe 1923) gli risparmiò la chiamata alle armi nel secondo conflitto mondiale. Rimase a Capaccio, con i suoi cari a lavorare la terra. Alla fine della guerra (dal 1946 al 1948, allora si facevano sedici mesi) partì militare di leva a Genova. Per un ragazzo che veniva dalla campagna, la città rappresentò sicuramente una svolta. Vide una vita diversa e capì che poteva fare altro, che il seppur nobile lavoro nei campi gli stava stretto. Ritornato a Capaccio, per poco tempo continuò. Poi decise, come molti giovani dell’Italia di allora, di aprire un’attività in proprio. Con pochissimi soldi ma tanta voglia di fare, Donato aprì un’officina per la riparazione e, in seguito, la vendita di ciclomotori. Fu un’azienda del Nord a dargli credito, la Moto Guzzi, un’azienda che voleva espandersi e vendere in tutta Italia le sue moto. La rivendita era esattamente dove oggi è l’incrocio della rotatoria del Bar Nazionale a Capaccio Scalo. In un capannone. Allora non c’era nulla. Siamo a metà anni ’50.

Gli anni ‘60
Il boom economico pervade l’intera nazione. Molti giovani uomini vedevano concreta la possibilità di incidere economicamente sul proprio territorio e di elevare la propria posizione sociale. Fu così anche a Capaccio Paestum. Potrei citare tantissimi esempi e tantissime persone. Donato, nel 1964, insieme a suo cognato Umberto Impemba, fonda la “Sangiovanni e Impemba Spa” una ditta che allora, in una piccola realtà di provincia, si poneva come un Multistore. Mobili, elettrodomestici, fino agli abiti nuziali. Furono davvero pochissimi quelli che all’epoca non si sposavano senza aver comprato “tutto” da Sangiovanni ed Impemba. La ditta è chiusa nel 1994, allorquando entrambi i soci si sono goduti una meritata pensione. La Sangiovanni ed Impemba Spa, in 30 anni di attività, non si è mai fermata reinvestendo sempre i propri utili. Ben due palazzi sono stati edificati nel cuore di Capaccio Scalo.

L’attività politica e sociale

Donato, fin da giovane, portò avanti idee socialiste. Partecipò attivamente ai moti contadini del biennio 1947-1949. Fu individuato dai commercianti di Capaccio come rappresentante in seno alla Associazione Provinciale dei Commercianti Salernitani. Nel 1965, si candidò alle Elezioni Comunali a Capaccio. Fu eletto con quasi 700 preferenze. Fu nominato Assessore ai Lavori Pubblici, carica che mantenne fino al 1968. Del suo impegno politico si ricorda in particolare una proposta. Dimostrò di voler guardare lontano, nonostante allora il nostro era solo un paese agricolo. Sua idea era quella di riconvertire ad aeroporto turistico il vecchio ed abbandonato aeroporto militare che gli americani approntarono provvisoriamente durante la guerra in località Linora per le operazioni di ausilio dopo lo Sbarco del 1943. Gli fu dato del visionario. Per questo si dimise dalla carica. In seguito sarà per molti anni presidente della Commissione Comunale Commercio e fondatore e Presidente del Circolo locale della Federcaccia di Salerno.

Gli aneddoti

Potrei scrivere un libro. E non è detto che non lo faccia. Con lui ho viaggiato, passato giornate intere e fatto tante cose. Chi mi conosce sa che a mio nonno devo molto. Per la precisione, tutto.
Tra le sue passioni vi erano senza dubbio i motori, più di tutte le auto. A metà degli anni ’70 si recò a Roma per acquistare una Ford Mustang. La pagò, la portò via dalla concessionaria e partì verso Capaccio Scalo. Amava la velocità, seppur con grande prudenza. La macchina era nuova, andava provata. Sarà stata la forte calura di una giornata di luglio e il poco rodaggio, tanto che all’altezza di Valmontone l’auto inizio a perdere colpi e in pochi secondi il motore prese fuoco. Si fermò alla piazzola, proseguì a piedi fino al primo telefono disponibile e richiamò la concessionaria Ford di Roma. “Salve, sono Donato Sangiovanni, sono stato da voi due ore fa, ho preso una Mustang. L’auto evidentemente non è uscita buona, è in fiamme sulla piazzola. Venite a riprendervela e portatemene una uguale che mi devo ritirare a casa. Lunedì mattina vi mando gli assegni anche per la seconda”.
Un tempo la politica era molto diversa da quella di oggi. Si amministrava, nel senso che si ci occupava con molta cura del proprio paese. La burocrazia era poca. E chi veniva eletto era chiamato a sacrifici anche personali per non fare brutte figure. Insomma, chi aveva di più doveva dare. Nel 1965, l’allora Giunta Comunale decise di dover venire incontro ad un’esigenza ed una richiesta fatta dalle maestre dei tanti plessi scolastici di Capaccio Paestum. Chiedevano cattedre, banchi, sedie, lavagne, stufe. Quelle che c’erano erano ormai vecchie. Si decise di accondiscendere alla richiesta e di comprare il necessario. Ma il Comune, come al solito, non aveva pronti i soldi in cassa. Allora tutti pensarono che era necessario trovare qualcuno che anticipasse la somma. Non fu un caso, ma tutti pensarono a Sangiovanni. Come al solito non si tirò indietro. Anticipò di tasca propria. Il materiale dopo 5 giorni era nelle scuole. Quei soldi, come era facile prevedere, Donato Sangiovanni non li riebbe mai più indietro.
Altri aneddoti? So a quel che state pensando. Ma non è il giorno giusto. Semmai in futuro.

Amici, oggi si è spento un pioniere. Come ce ne sono stati altri a Capaccio Paestum.
Uno che ha guardato sempre avanti senza mai voltarsi indietro.
Ha avuto tanti amici. Penso quasi tutti quelli che lo abbiano conosciuto.
La sua vita è stata lunga ed intensa.
Ha goduto, ma ha anche faticato.
Perché nella vita non si può avere tanto facendo poco.
Questo è il suo insegnamento.



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