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NESSUNA APPROPRIAZIONE INDEBITA
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Capaccio, locazione compendio Nettuno: prosciolti Voza e tre tecnici comunali
Alfonso Stile
16 ottobre 2019 11:15
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CAPACCIO PAESTUM. Locazione del compendio immobiliare Nettuno nell’area archeologica di Paestum. La sezione giurisdizionale della Corte dei Conti della Campania ha prosciolto, dall’accusa di aver concorso nell’appropriazione indebita degli affitti, l’ex sindaco della città dei Templi, Italo Voza, così come Carlo Samaritani, amministratore dell’Ente Morale per le Antichità e i Monumenti della provincia di Salerno; il funzionario apicale, Carmine Greco, ed i tecnici comunali Vincenzo Criscuolo e Mario Barlotti.
Nei loro confronti, la Procura regionale della Corte dei Conti aveva chiesto la condanna al risarcimento di 108mila euro, in favore del Comune di Capaccio Paestum, per l’indebita appropriazione mediante incasso diretto su un conto corrente cointestato con la moglie, da parte del Samaritani, dei canoni di affitto dal 2003 al 2007 per l’utilizzo dell’immobile, di proprietà dell’ente civico, ma gestito di fatto dall’Ente Morale salernitano.
Nella sentenza, i giudici Salvatore Nicolella (presidente), Rossella Cassaneti e Robert Schulmers von Pernwerth (consiglieri) hanno anche condannato il Comune di Capaccio Paestum a risarcire, ciascuno dei coinvolti, con la somma di circa 4mila euro oltre al 5% di spese generali.
In particolare, a carico del Samaritani non è stata ravvisata alcuna condotta negligente o incasso indebito dei canoni, ma solo un’utile gestione delle somme acquisite secondo una prassi pluridecennale che risaliva al Commissario straordinario, non potendo rappresentare legalmente l’Ente ma facendone gli interessi sempre, anche a titolo gratuito, per oltre 30 anni.
In ordine alle specifiche contestazioni mosse nei riguardi di Italo Voza (difeso dall’avv. Gaetano Paolino), in qualità di sindaco pro tempore all’epoca dei fatti, ne è stata sottolineata la condotta sempre corretta, in quanto, pur essendo coniugato con Giuseppina Pisani, titolare della società che gestisce il compendio Nettuno, “si è sempre doverosamente astenuto dall’assumere qualsiasi determinazione riguardo la vicenda” delegando per le decisioni, ogni volta, il vicesindaco o il segretario comunale. Nel 2017, lo stesso Voza su assolto in primo grado dall’accusa di aver provocato un danno erariale all’ente, costituito dalla differenza tra i canoni versati rispetto al valore di mercato dell’immobile: sentenza rispetto alla quale la Procura generale ha proposto appello.



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