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PROPOSTA ALLA SINDACA
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Battipaglia, Longo: “Intitolare area cittadina ad Almirante e Berlinguer”
Comunicato Stampa
15 novembre 2019 12:12
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BATTIPAGLIA. Il consigliere comunale di maggioranza, capogruppo consiliare di Forza Italia Valerio Longo, suggerisce all’Amministrazione retta dalla sindaca Cecilia Francese l’intitolazione di un’area cittadina a Giorgio Almirante ed Enrico Berlinguer: “Con delibera n. 105 del 22 dicembre 2016 il Consiglio Comunale di Battipaglia approvò all’unanimità la mozione per l’intitolazione di un’area cittadina a Giorgio Almirante. Leader della destra politica italiana dal dopoguerra fino alla sua morte, avvenuta nel 1988. Considerato il principe degli oratori, Almirante è stato il punto di riferimento di intere generazioni di giovani e meno giovani, a cui ha trasmesso la passione per la politica e l'amore per la patria. Apprezzato da milioni di italiani, anche da chi non votava normalmente a destra. Leader politico per oltre quarant'anni, anche in un momento particolarmente difficile e drammatico della storia nazionale. Gli anni di piombo, con tutto il loro carico di odio e di violenza cieca, con decide di ragazzi, da una parte e dall'altra,  assassinati in nome di un'ideologia. Ricordo ancora le immagini di Almirante piegato dal dolore sulla bara di Carlo Falvella, diciottenne salernitano accoltellato a morte da un anarchico, o su quelle dei fratelli Mattei (22 e 8 anni), bruciati vivi in casa da alcuni estremistri di sinistra, annoiati figli di papà della borghesia romana. Assassini coccolati per anni dall'intellighenzia di sinistra. Fortunatamente quella fase della nostra storia è ormai lontana. Semmai oggi abbiamo altri problemi. La crisi economica, lo spopolamento dei nostri territori, le culle vuote, i giovani costretti ad emigrare all'estero, l'immigrazione clandestina, l'antipolitica, la crisi dei valori, i social, con il loro carico di odio e violenza verbale, i programmi di tv spazzatura dove diventano star quelli che praticamente non sanno fare nulla, le influenzer, molto più ascoltate di un premio nobel, l'ascesa in politica di nuovi movimenti e di personaggi di bassissimo livello a cui, ai tempi di Almirante, non sarebbe stato consentito nemmeno di metter piede in una sede periferica di un partito. E a proposito di Almirante e di quel periodo della storia nazionale, di recente è uscito il libro “Il gesto di Almirante e Berlinguer” di Antonio Padellaro, ex direttore del Fatto Quotidiano, giornalista, editore e saggista. Nel testo si parla dell'Italia degli anni di piombo, partendo da un fatto inedito, ovvero gli incontri segreti avvenuti a Roma fra i due “nemici” storici, Incontri che dovevano cercare di svelenire il clima ideologico dell'epoca. Un periodo molto difficile della storia nazionale, fatta di opposti estremismi, di omicidi e violenza politica. Il clima infuocato di quegli anni avrebbe anche potuto portare il paese nella spirale di una nuova e sanguinaria guerra civile. Eppure, nonostante tutto, nonostante le distanze e i muri ideologici, Almirante e Berlinguer ebbero il coraggio di confrontarsi per cercare di contrastare il terrorismo, che allore sembrava davvero innarrestabile e capace di distruggere la nostra fragile democrazia. Padellaro, uomo di sinistra, auspica l'intitolazione di una “piazza Almirante e Berlinguer”, perché i due “presero sul serio la propria vita e quella degli altri, sfidando il timore di non essere compresi”. All'appello dello scrittore si è associato, da destra, Marcello Veneziani, giornalista e scrittore, che tuttavia si è detto scettico sulla effettiva possibilità di veder realizzata la cosa, sicuro che essa “si perderà per strada, nei vicoli ciechi del rancore e dell'oblio”. Molto più modestamente e sommessamente, visto che firmai e proposi la mozione su Almirante poi approvata dal consiglio comunale, mi permetto di suggerire all'amministrazione comunale di Battipaglia di procedere all'intitolazione di un'area cittadina ai due grandi leader politici. Insieme. Sarebbe un modo per contribuire a chiudere finalmente i conti con il nostro passato, per fare pace con tutta la nostra storia nazionale, a rompere quei muri che, nonostante la fine delle ideologie, ancora dividono tanti italiani. Sarebbe un modo per dimostrare a molti pigmei politici del nostro tempo che la politica si può anche fare in modo nobile e civile”.



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