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8 marzo. Marina di Camerota, convegno sulle mutilazioni genitali femminili
Comunicato Stampa
08 marzo 2010 10:27
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infibulazione

 

MGF ovvero Mutilazioni Genitali Femminili, una parola che forse ai più era sconosciuta fino a pochi giorni fa quando il programma televisivo "Le Iene" ha intervistato la dr.ssa Maryan Ismail di origini somale che ha parlato di queste pratiche atroci e medioevali che ancora oggi vengono praticate in Africa ma anche in Europa.

Le MGF sono un fenomeno vasto e complesso che include pratiche tradizionali che vanno dall'incisione all’asportazione, in parte o in tutto, dei genitali femminili esterni. Bambine, ragazze e donne che le subiscono devono fare i conti con rischi gravi e irreversibili per la loro salute, oltre a pesanti conseguenze psicologiche.
Si stima che in Africa il numero di donne che convivono con una mutilazione genitale sia tra i 100 e i 140 milioni.
Sono in aumento anche casi simili in Europa, Australia, Canada e negli Stati Uniti, soprattutto fra gli immigrati provenienti dall'Africa e dall'Asia sud-occidentale.
Le mutilazioni genitali femminili (MGF) vengono praticate per una serie di motivazioni:
• Ragioni sessuali: soggiogare o ridurre la sessualità femminile.
• Ragioni sociologiche: iniziazione delle adolescenti all'età adulta, integrazione sociale delle giovani, mantenimento della coesione nella comunità.
• Ragioni igieniche ed estetiche: in alcune culture i genitali femminili sono considerati portatori di infezioni e osceni.
• Ragioni sanitarie: si pensa a volte che la mutilazione favorisca la fertilità della donna e la sopravvivenza del bambino.
• Ragioni religiose: molti credono che questa pratica sia prevista da testi religiosi.


Le MGF vengono praticate principalmente su bambine tra i 4 e i 14 anni di età, anche se in alcuni paesi vengono operate bambine con meno di un anno di vita, come accade nel 44% dei casi in Eritrea e nel 29% dei casi nel Mali, o persino neonate di pochi giorni (Yemen).
Le ragazze che le subiscono sono private anche della capacità di decidere sulla propria salute riproduttiva. Oltre che umilianti, le mutilazioni genitali sono estremamente dolorose. Le bambine che vi sono sottoposte possono morire per cause che vanno dallo shock emorragico (le perdite ematiche sono cospicue) a quello neurogenico (provocato dal dolore e dal trauma), all'infezione generalizzata (sepsi). Per tutte, l'evento è un grave trauma: molte bambine entrano in uno stato di shock a causa dell'intenso dolore e del pianto irrefrenabile che segue. Conseguenze di lungo periodo sono la formazione di ascessi, calcoli e cisti, la crescita abnorme del tessuto cicatriziale, infezioni e ostruzioni croniche del tratto urinario e della pelvi, forti dolori nelle mestruazioni e nei rapporti sessuali, maggiore vulnerabilità all'infezione da HIV/AIDS, epatite e altre malattie veicolate dal sangue, infertilità, incontinenza, maggiore rischio di mortalità materna per travaglio chiuso o emorragia al momento del parto.


Le mutilazioni genitali femminili, in qualunque forma, sono una palese violazione dei diritti della donna, sono discriminatorie e violano il diritto delle bambine alla salute, alle pari opportunità, a essere tutelate da violenze, abusi, torture o trattamenti inumani.


Di questo ed altro si parlerà nell’incontro "Se la donna è vittima" organizzato dall’Associazione ALMA LLANERA in occasione della giornata della donna lunedì 8 marzo 2010, con la partecipazione straordinaria della dr.ssa Maryan Ismail.
Il programma della giornata prevede:

ORE 18:00 INCONTRO SUL TEMA "SE LA DONNA È VITTIMA" presso la Casa Canonica a Marina di Camerota, con la partecipazione della dr.ssa Maryan Ismail Presidente dell’Associazione "Donne in rete per lo sviluppo della pace" di Milano. Sono previsti anche altri interventi per analizzare tutti gli aspetti della problematica, e la proiezione di una breve pièce teatrale fatta nell’ambito di una recente campagna divulgativa.

ORE 20:30 CENA DI GALA PRESSO IL RISTORANTE "LA CANTINA DEL MARCHESE" di Marina di Camerota, con il ricavato che sarà devoluto all’ "Associazione Donne in rete per lo sviluppo e la pace" di Milano che da anni è impegnata nella lotta alle MGF. Quota di partecipazione € 25,00.

Nella giornata della donna è giusto concedersi momenti ricreativi e di aggregazione, ma è utile anche prendere coscienza delle gravi violenze a cui a tutt’oggi la donna è soggetta e dei gravi problemi che ne violano i diritti nel cammino che conduce alla piena dignità femminile. L’invito a partecipare è chiaramente esteso a tutti, aupicando una forte presenza di donne ma anche di uomini per poter testimoniare la pari sensibilità e maturità su problematiche molto attuali e condivisibili.



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