SALERNO. Slot machine, gratta e vinci, bingo e scommesse: sono più di 1.000 gli euro procapite, all'anno, spesi dai salernitani per il gioco d'azzardo. L'allarme arriva dal Censis, che, dati alla mano, pone la Campania al secondo posto in Italia per fatturato legale del gioco, con oltre 1 miliardo e 700 mila euro, di cui una buona percentuale arriva dal salernitano. A partecipare al business della cosiddetta “terza impresa italiana” non solo lo Stato, che ne detiene il monopolio, ma anche i clan della malavita organizzata che tentano di infiltrarsi negli affari. Solo in questi primi mesi dell'anno sono stati 154 i procedimenti penali relativi alle scommesse clandestine avviate dalle sole procure di Salerno e Nocera. Cinque i centri scommesse illegali solo a Salerno e oltre trenta apparecchi, tra videogiochi e pc, per il collegamento a giochi online su siti web esteri sequestrati.  Un giro illegale, per ogni centro scommesse, valutato per almeno 10mila euro al giorno, con una macchinetta magiasoldi ogni 150 abitanti. Con le forme di gioco si è evoluto anche il business delle organizzazioni criminali, che puntano a mettere le mani su giochi legali, attraverso il cosiddetto “sistema Grasso”, che prevede il controllo capillare nella distribuzione dei videopoker e delle slot machines nei locali. Preoccupante, in modo particolare, è la frontiera delle scommesse clandestine per via telematica, difficilmente controllabili dato il coinvolgimento di bookmaker stranieri. Ma ancora di più preoccupano i malati di gioco, una patologia in forte espansione soprattutto tra donne e minori. I nuovi giocatori sono giovani, attaccati al computer, ma anche over 70 con centinaia di gratta e vinci accumulati in casa e assidui frequentatori di sale da bingo. Giocatori patologici che mostrano crescente dipendenza aumentando la frequenza delle giocate, il tempo che vi dedicano e la somma di denaro spesa nel tentativo di recuperare le perdite, trascurando i propri impegni quotidiani. Si parte da una semplice giocata a tombola, un gratta e vinci, una schedina, fino a perdere migliaia di euro, gli oggetti più cari e, nei casi più gravi, il contatto con la realtà.