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Usura: Gdf arresta nove imprenditori del Cilento, sequestrati beni per 6 mln di euro
Comunicato Stampa
15 marzo 2012 11:09
Eye
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CAMEROTA. I finanzieri della Brigata della Guardia di Finanza di Camerota, coordinati dal Procuratore della Repubblica di Vallo della Lucania, Giancarlo Grippo, e dal Comando Provinciale di Salerno, hanno eseguito una serie di provvedimenti cautelari richiesti dal Sostituto Procuratore della Repubblica, Renato Martuscelli ed emessi dal G.I.P. del Tribunale di Vallo della Lucania, Nicola Marrone, nei confronti degli appartenenti ad un pericoloso sodalizio criminale dedito all’usura. 

L’attività investigativa, supportata dalla tenenza della Gdf di Sapri diretta dal ten. Marco Abate, ha consentito di accertare l’esistenza di un’associazione a delinquere finalizzata all’usura, costituita per lo più da personaggi locali: la maggior parte degli interessi economici riconducibili al sodalizio criminoso ruotano intorno ad un professionista. L’intera rete d’affari costruita dagli usurai si estendeva su buona parte del territorio salernitano, soprattutto delle zone costiere cilentane, ed aveva contaminato le limitrofe Province di Avellino e Potenza. Ulteriore dimostrazione della forza del vincolo associativo è confermato dall’ingente volume d’affari che, tra somme liquide gestite, beni mobili ed immobili, si aggira intorno ai 6 milioni di euro.

Il meccanismo usuraio, in linea generale, era sempre lo stesso: a fronte della somma erogata il soggetto “strozzato” emetteva e/o sottoscriveva titoli post-datati, il cui importo copriva anche gli interessi usurari maturati, a partire dal 7% mensili con punte del 186,70% su base annua. Alcuni dei principali protagonisti, al fine di portare al termine l’iter criminoso, si sono avvalsi dell’ausilio di familiari, portandoli ad essere consapevolmente concorrenti nel reato: questi ultimi accreditavano sui propri conti correnti molti assegni postdatati emessi dalle vittime usurate, le cui denunce hanno fatto scattare le indagini.

Gli indagati, inoltre, per mascherare il sistema usuraio hanno cercato di adottare ogni precauzione possibile: infatti, per sottrarsi ad eventuali e temute investigazioni di polizia, a turno ponevano all’incasso, mediante accredito sui propri c/c, gli assegni emessi dalle vittime, recanti la dicitura “M.M.” (a me medesimo) e la girata per l’incasso della vittima stessa, assegni naturalmente comprensivi del capitale ricevuto in prestito gravato dagli interessi del 7% mensile. L’accredito degli assegni dei commercianti finiti sotto usura sui c/c degli indagati  avveniva prevalentemente presso banche con filiali in Camerota Marina in assoluta libertà, senza adottare alcuna cautela, sicuri che ciò bastasse ad eludere eventuali controlli, ma soprattutto con la consapevolezza di conseguire un ingiusto profitto, a cui non intendevano rinunciare. L’esame della documentazione bancaria, oltre a mostrare quanto fosse radicata nel tempo l’associazione, ha, altresì, appurato l’ingente disponibilità economica a disposizione: particolare confermato dal fatto che il sodalizio criminale era in grado di gestire contemporaneamente diversi soggetti anche per più anni.

Le manette sono scattate nei confronti di Domingo Troccoli, 42enne di Camerota, ragioniere e capo dell’organizzazione; Domenico Siani, 67enne di Camerota, imprenditore; Vincenzo Antonio Siani, 47enne di Camerota, imprenditore edile; Antonia Siani, 47enne di Camerota ma residente ad Avellino, imprenditrice; Rita Rizzuti, 64enne di Camerota; Principio Riccio, 43enne di Camerota, albergatore; Luisa Troccoli, 42enne di Camerota; Rita Marchese, 37enne di Camerota, gestore di villaggio turistico; Vicente D'Alessandro, 58enne di Potenza, perito informatico.

Gli arrestati, in un periodo economicamente difficile come quello attuale, hanno posto in essere condotte illecite che li hanno portati a commettere i reati di associazione a delinquere finalizzata all’usura; usura; concorso in usura; abusiva attività creditizia. Oltre alle misure cautelari di tipo personale, i finanzieri hanno in corso il sequestro preventivo (ai sensi dell’art. 12 sexies del D.L. 8-6-1992, n. 306), di due villaggi turistici per un valore complessivo di 3 milioni di euro, due locali commerciali, un appartamento, due mansarde e un lastrico solare, per un valore complessivo di un milione di euro.

A ragione di quanto sopra, è risultata pertanto ineludibile l’esigenza di adottare opportune misure cautelari nei confronti dei soggetti coinvolti, al fine di arginare un fenomeno che va ad aggravare la già precaria situazione economica in cui versa l’intero Paese. Nel corso delle indagini, gli organizzatori dell’illecita attività sono stati denunciati da quattro vittime, alle quali sono stati sottratti anche beni immobili per un valore di due milioni di euro. Sono in corso ulteriori investigazioni ed approfondimenti sul conto di altre 15 potenziali vittime.

Clicca qui per vedere il servizio sul modus operandi degli arrestati nell'ambito dell'operazione "San Domenico".



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