Attualità
I MOTIVI DEL NO ALLA SCARCERAZIONE
I MOTIVI DEL NO ALLA SCARCERAZIONE
Eboli, Riesame: "Cariello può ancora piegare funzionari ai suoi interessi"
Redazione
12 dicembre 2020 10:55
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EBOLI. “Con il peso politico acquisito, Cariello può proseguire la sua interferenza nella gestione della cosa pubblica”: così scrivono i giudici del Riesame nelle motivazioni, depositate ieri, che hanno portato al rigetto della richiesta di revoca o attenuazione della misura cautelare, presentata dai legali difensori Costantino Cardiello e Cecchino Cacciatore, cui è sottoposto dal 9 ottobre scorso l’ex sindaco di Eboli, che resterà ai domiciliari almeno fino all’inizio del processo con giudizio immediato, fissato per il 18 gennaio 2021, dopo il ‘no’ alla scarcerazione incassato anche dal gip Alfonso Scermino. Per il collegio straordinario del Riesame, presieduto dal magistrato Vincenzo Ferrara, è assolutamente legittimo anche l’uso dello spyware che, inoculato nel cellulare personale di Cariello, ha consentito di registrare oltre 10mila ore di conversazioni e chat, che di fatto hanno incastrato l’ex primo cittadino eburino consentendo agli inquirenti di ricostruire diversi episodi di corruzione attraverso intercettazioni durate mesi.

A mettere in discussione l’uso del trojan era stata la difesa, ma la legge Anticorruzione, la cosiddetta ‘Spazzacorrotti’ voluta dal ministro Alfonso Bonafede ed entrata in vigore a gennaio del 2019, ne consente pienamente l’utilizzo nei reati contro la pubblica amministrazione, specie quelli commessi da pubblici ufficiali.  Ed ancora più impietosa appare la decisione del Riesame quando, citando l’approvazione di una variante ‘impossibile’ in Consiglio comunale per favorire l’imprenditore caseario Gianluca La Marca e la capacità di sabotare un concorso pubblico addirittura in un altro comune, Cava de’ Tirreni, per favorire suoi amici, testualmente si specifica che Cariello ha più volte dimostrato di avere funzionari e dipendenti pubblici “ai suoi ordini, anche quando si trattava di commettere atti illeciti” e che “tali circuiti di cointeressenza patologica potrebbero essere riattivati in ogni momento dal sindaco se libero”.



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