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NOTA DI RETTIFICA
NOTA DI RETTIFICA
Capaccio, sigilli centrale a biogas: replica della società che gestisce l'impianto
Comunicato Stampa
18 marzo 2021 09:14
Eye
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CAPACCIO PAESTUM. Controlli e sigilli della Guardia di Finanza e guardie N.I.T.A. nella centrale a biogas sita in località Fuscillo di Capaccio Paestum (nella foto). Riceviamo e pubblichiamo, al riguardo, la richiesta di rettifica inviata via pec, alla nostra redazione, dall’avv. Augusto Zingaropoli, legale della società agricola ‘Il raccolto del Cilento s.r.l.’ che gestisce l’impianto.

“In considerazione di quanto esposto nell’articolo pubblicato dalla testata giornalistica online STILETV, in nome e per conto della società ‘Il Raccolto del Cilento s.r.l.’ che gestisce l’impianto a biogas in Capaccio Paestum, vi invito e diffido a provvedere ad una immediata rettifica dei fatti e con risalto analogo a quello riservato al brano giornalistico a cui la rettifica si riferisce, evidenziando:

1) che il terreno ove si è riscontrato l’accumulo di liquido fertilizzante è correttamente situato ad oltre 70 metri dal corso d’acqua denominato “Fosso”;

2) che l’area su cui insiste l’azienda agricola ‘Il Raccolto del Cilento s.r.l.’ non confina né costeggia il fiume Solofrone;

3) che la zona in cui risulta essere utilizzato agronomicamente il fertilizzante liquido (c.d. ‘digestato equiparato’) è priva di pendenza, trattandosi di terreno pianeggiante;

4) che il corso d’acqua esistente denominato “Fosso” è protetto da un argine alto oltre 1.5metri, che vale a rendere impossibile il ruscellamento di liquidi dai terreni confinanti;

5) che dai testi normativi e regolamentari della Regione Campania può ictu oculi inferirsi l’insussistenza di qualsivoglia irregolarità;

6) che il liquido che si utilizza nel terreno, ottenuto dal processo di condensa, è costituito da acqua distillata, e che i concimi biologici vengono prodotti con le migliori tecnologie esistenti”.

“In ragione di quanto sopra - precisa ulteriormente il legale nella nota - posto che la distanza è rispettata, che l’utilizzo agronomico del digestato è avvenuto nel corso del mese di marzo e, dunque, al termine del divieto regionale, e, inoltre, che non vi è alcuna pendenza del terreno atta a causare il ruscellamento dei liquami verso il corso d’acqua denominato “Fosso”, non può ravvisarsi alcuna irregolarità e/o illiceità a carico della mia assistita. Corre l’obbligo di segnalare che, a migliore tutela ambientale del territorio, pur in assenza di pendenza del terreno, la società agricola mia assistita ha provveduto ad erigere lungo tutto il confine tra il terreno e il corso d’acqua “Fosso” un argine alto in media 1,5 mt, accorgimento che impedirebbe in ogni caso fenomeni di ruscellamento e/o travaso dal terreno al corso d’acqua”.



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