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Aereo in ritardo? Come farsi rimborsare il biglietto e normativa di riferimento
Redazione
22 giugno 2021 09:02
Eye
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La partenza in ritardo è uno dei maggiori disagi che chi viaggia spesso in aereo si trova a fronteggiare. Essa costituisce un disservizio, sia perché costringe il passeggero a stazionare in aeroporto ben più del tempo previsto, sia perché, fisiologicamente, può determinare un ritardo anche sull’orario di arrivo previsto inizialmente. Di conseguenza, il viaggiatore potrebbe perdere la coincidenza con un altro volo oppure avere maggiori difficoltà a raggiungere la propria destinazione finale. Ragion per cui, in presenza di un cospicuo ritardi, molti consumatori si chiedono se abbiano diritto ad un eventuale risarcimento a fronte dei disagi che hanno dovuto fronteggiare: in questo articolo vediamo quali sono le normative di riferimento e cosa prevedono quando un volo parte in ritardo.

La normativa di riferimento - Per quanto concerne la gestione dei servizi aerei, la normativa di riferimento è rappresentata dal Regolamento Europeo (CE) 261 del 2004. Il dispositivo stabilisce, in via generale, che ai passeggeri di un volo che subisce un ritardo “di durata definita” dovrebbe essere fornita un’assistenza adeguata; in aggiunta, si legge, “dovrebbero avere la possibilità di annullare il volo usufruendo del rimborso del prezzo del biglietto o di proseguirlo in condizioni soddisfacenti”. In linea generale, quando un volo è in ritardo, la compagnia aerea può proporre una soluzione alternativa oppure proporre al passeggero il rimborso del biglietto. A tal proposito, però, il Regolamento (articoli 6 e 7) stabilisce che il rimborso è previsto se si verificano specifiche condizioni, stabilendo un rapporto tra ritardo e lunghezza della tratta. Nello specifico, il passeggero ha diritto ad essere risarcito nei seguenti casi:

- ritardo di almeno 2 ore su una tratta di almeno 1500 km;

- ritardo di almeno 3 ore su una tratta comunitaria superiore a 1500 km o una extracomunitaria fino a 3500 km;

- ritardo di almeno 4 ore in tutti gli altri frangenti.

Nel primo caso, il rimborso massimo ottenibile è di 250 euro; tale somma aumenta fino a 400 euro per i ritardi su tratte intracomunitarie superiori a 1500 km. Il risarcimento può raggiungere i 600 euro per i ritardi su voli extracomunitari con ritardi superiori alle quattro ore mentre se la partenza è posposta di almeno tre ore su una tratta inferiore o pari a 3500 km, il rimborso può arrivare fino a 500 euro.

Quando non si ha diritto al rimborso - Il Regolamento prevede anche un’eventualità in cui il passeggero non ha diritto al rimborso in denaro del biglietto. Ciò accade quando il ritardo è provocato da una “circostanza eccezionale”, ossia quando il disagio non è imputabile in alcun modo alla compagnia aerea ma ad una causa di forza maggiore non prevedibile anche qualora siano state prese tutte le misure precauzionali e preventive del caso.

Come farsi rimborsare il biglietto di un aereo in ritardo - La procedura per il rimborso ritardi aerei, come si legge su Italiarimborso.it, prevede che il passeggero abbia conservato il biglietto e la carta d’imbarco. La documentazione da presentare per richiedere il risarcimento del costo del titolo di viaggio va integrata con una copia del documento di identità in corso di validità e gli scontrini che attestino ulteriori spese sostenute a causa del ritardo. Naturalmente, nell’istanza di risarcimento possono essere inclusi anche danni di tipo morale e materiali subiti a causa del ritardo del volo. In genere, è necessario rivolgersi direttamente alla compagnia aerea (a tal proposito, val bene leggere preventivamente quale sia la policy aziendale sui rimborsi), attraverso il sito ufficiale di riferimento. Molto spesso è presente un form da compilare oppure è possibile consultare un’apposita sezione in cui è illustrato l’iter da seguire per inoltrare la richiesta di rimborso ed è indicata la documentazione da allegare.

Foto: Pixabay



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