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DOPO LA CASSAZIONE
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Capaccio, le motivazioni del Riesame: "Bisantis estraneo alla 'ndrangheta"
Alfonso Stile
12 ottobre 2021 18:46
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CAPACCIO PAESTUM. Operazione ‘Kossa’ ai danni della ‘ndrangheta. Pubblicate le motivazioni del Riesame, che il 9 settembre scorso aveva accolto la richiesta di revoca delle misure cautelari a carico del noto legale capaccese Giuseppe Bisantis, sottoposto dapprima agli arresti domiciliari e poi all’obbligo di firma, difeso nel procedimento dagli avvocati Massimiliano De Rosa e Francesco Guglielmini. Motivazioni che, di fatto, escludono qualsiasi legame di Bisantis con le ‘ndrine calabresi, così come già evidenziato dalla Cassazione, i cui giudici avevano sottolineato la mancanza di prove reali di collusione dell’avvocato di Capaccio Paestum con gli affari dei Forastefano.

Testualmente, nella sentenza il presidente Filippo Aragona ed giudici Giuseppe De Salvatore e Sara Mazzotta del Riesame del Tribunale di Catanzaro, scrivono: “Si condivide il ragionamento della Corte di Cassazione in merito all’insussistenza degli elementi per poter considerare configurata, nel concreto, la fattispecie del concorso esterno in associazione mafiosa, in quanto il fatto che l’indagato, all’esito dell’incontro del 28 dicembre 2018 con Massa e Forastefano, potesse rappresentarsi ‘che la linea d’azione legale da lui proposta proprio perché spregiudicata e pretestuosa poteva risultare strumentale alla realizzazione di interessi criminali più estesi’ costituisce una consapevolezza (tra l’altro solo potenziale) insufficiente per poter qualificare tale condotta sub specie di concorso eventuale in un reato a concorso necessario, sia sotto il profilo oggettivo (ossia la capacità di costituire un valido punto di riferimento ‘tale da consentire agli esponenti della consorteria criminale di garantirsi profili illeciti conseguiti attraverso operazioni truffaldine’, le quali, tra l’altro, non erano conosciute dal Bisantis), sia sotto il profilo soggettivo (ossia la consapevolezza dell’esistenza dell’associazione e del contributo causale recato dalla propria condotta alla sia conservazione o al suo rafforzamento agendo con la volontà di fornire una apporto per la realizzazione, anche parziale, del programma criminoso del sodalizio’)”.

L'UDIENZA PRELIMINARE - Intanto, è iniziata il 10 settembre scorso l’udienza preliminare relativa all’indagine coordinata dalla Procura della Repubblica di Catanzaro, diretta dal procuratore capo Nicola Gratteri, sulla presunta associazione a delinquere di stampo mafioso operante nella Sibaritide, composta dai Forastefano e parte della famiglia Abbruzzese. Il gup distrettuale Antonio Battaglia ha costituito le parti, rinviando il processo al prossimo 27 ottobre, data in cui la Dda di Catanzaro, rappresentata in aula dal pm Alessandro Riello, chiederà il rinvio a giudizio per tutti gli imputati. Ad oggi, le persone che rischiano il processo sono 26, tra cui l’avvocato Bisantis, che in due capi d’imputazione risponde dei reati di truffa ai danni dell’Inps e concorso esterno in associazione mafiosa, ipotesi quest'ultima che appare ora completamente decaduta alla luce delle decisioni di Cassazione e Riesame.



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