App icon stile
Stile TV HD
Canale 80
Attualità
Appalti truccati, rinvio a giudizio per i capaccesi Carmine e Giuseppe Ruggiero
Redazione
07 settembre 2012 15:10
Eye
  3050

CAPACCIO. Ci sono anche gli imprenditori edili di Capaccio Paestum, Carmine e Giuseppe Ruggiero, nell’elenco dei 12 indagati per i quali il gip del tribunale di Salerno, Gaetano Sgroia, ha disposto il rinvio a giudizio nell’ambito dell’operazione “Due Torri” sugli appalti truccati in Provincia di Salerno, accogliendo la richiesta del pm della Dda di Salerno, Rosa Volpe. Dovranno dunque affrontare il processo, con la prima udienza fissata per il 3 dicembre prossimo. Secondo gli inquirenti ed i militari dell'Arma, che eseguirono misure di custodia cautelare in carcere e ai domiciliari lo scorso 12 giugno, i cugini Gennaro e Giovanni Citarella, presunti capicordata, avrebbero agito con la complicità del capaccese Giuseppe Ruggiero ed ancora di Luigi Di Sarli, Federico Spinelli, Giovanni Botta ed Emanuele Zangari, nonché con il supporto di molte imprese compiacenti e dei due funzionari provinciali Raffaele Orefice e Franco Pio De Luca (ai quali sono stati confiscati 120mila euro, somma che avrebbero incassato sotto forma di tangenti per manipolare gli appalti). Ai domiciliari finirono Rosario Cozzolino, il capaccese Carmine Ruggiero, Alessandro Piccolo, Eduardo Sale, Diana Capretto e Silvana Bevilacqua.  L’obiettivo del “cartello”, per gli inquirenti, che hanno indagato per oltre cinque anni su oltre 300 persone, era spartirsi a tavolino i lavori pubblici, affidati con gare o licitazioni private, mediante la complicità di oltre 302 ditte collegate al sistema e connivenze strategiche negli uffici tecnici dell’ente provinciale e di altre amministrazioni civiche. Verificate oltre 170 gare d’appalto bandite dall’Amministrazione provinciale, dal 2001 al 2008. Tra i reati ipotizzati più gravi, l’associazione per delinquere finalizzata alla turbata libertà degli incanti, corruzione e falso in atto pubblico.



Logo stiletvhd canale80
Immagine app
SCARICA
L’APP