Attualità
Appalti truccati, Carmine Ruggiero si difende e addossa colpe sui cugini Citarella
Marco Rizzo
11 settembre 2012 14:08
Eye
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CAPACCIO. Non avrebbe esercitato un ruolo di primo piano nel sistema degli appalti truccati alla Provincia di Salerno, l’imprenditore 81enne di Capaccio, Carmine Ruggiero, ascoltato per tre ore e per la terza volta dal momento del suo arresto avvenuto lo scorso 12 giugno, dal pm del Tribunale di Salerno, Rosa Volpe. Ruggiero, attualmente ai domiciliari ed investito della misura di custodia cautelare assieme al nipote Giuseppe e ad altre 13 persone nell’operazione “Due Torri”, condotta dalla Dda di Salerno, ha voluto chiarire la sua posizione, scaricando presunte colpe sui cugini Rino e Giovanni Citarella, prendendone le distanze. Ruggiero avrebbe prodotto documenti relativi a gare d’appalto vinte o perse in subappalto dalla sua ditta, con lavori sempre eseguiti seguendo le regole e senza utilizzare materiali scadenti, cercando di fornire una serie di elementi che potrebbero portare a ridimensionare le accuse mosse nei suoi confronti. Nessuna partecipazione al sodalizio criminale, ha spiegato agli inquirenti Carmine Ruggiero, ma un ruolo marginale, senza contatti diretti avviati con la Provincia di Salerno, sia con amministratori di centrosinistra che di centrodestra. L’attesa, da parte dell’imprenditore capaccese è ora proiettata sulla risposta alla richiesta di scarcerazione che sarà presentata dall’avvocato difensore Antonello Natale.



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