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Forestale&Mazzette, oggi deposito istanza del gip. Legali Santoro-Petillo presentano ricorso al Riesame
Angela De Rosa
08 ottobre 2012 11:37
Eye
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CAPACCIO. Revoca delle misure di custodia cautelare: è quanto chiederanno gli avvocati dei comandanti delle due stazioni della Forestale di Capaccio, Marta Santoro (in carcere) e il marito Antonio Petillo (ai domiciliari) nel ricorso che presenteranno al tribunale del Riesame. Oggi il deposito dell’istanza da parte dei legali di fiducia, Antonello Natale e Domenico Guazzo, i quali, vagliata la corposa ordinanza del gip della Procura di Salerno, Renata Sessa, valuteranno come impostare il ricorso. Al momento, la Santoro resta in carcere nell’attesa di un possibile trasferimento, che potrebbe avvenire già nelle prossime ore o fra qualche giorno. La polizia penitenziaria ha già provveduto, nella stessa serata di venerdì, dopo la disposizione del provvedimento dei domiciliari, ad accompagnare Petillo presso l’abitazione della madre a Salerno. A Petillo è stato contestato un solo caso di concussione, che sarebbe avvenuto in concorso con la moglie. L’episodio fa riferimento alla denuncia presentata da un imprenditore di Agropoli, che avrebbe dichiarato di aver pagato 2mila euro quale somma richiesta dai due forestali, in riferimento ad un possibile intervento degli stessi su un sequestro, sembrerebbe di una discarica, effettuato dall’autorità giudiziaria sul territorio di Agropoli. Un sequestro non effettuato dalla Santoro né dal marito, non rientrando Agropoli nella loro giurisdizione di competenza. Ad incastrare i due sottoufficiali sarebbero state due intercettazioni telefoniche, una delle quali tra l’imprenditore e suo figlio. Da quanto è dato sapere, a far accelerare l’inchiesta è stata proprio la denuncia dell’imprenditore agropolese, l’unica che vedrebbe coinvolto anche Petillo. “Per noi – afferma Domenico Guazzo, legale di Petillo – è stata una vittoria riuscire ad ottenere la non convalida del fermo. Riteniamo che non c’era niente che poteva far pensare, ad esempio, ad un pericolo di fuga degli indagati”. Quattro i capi di imputazione perla Santoro, due dei quali riconosciuti dal gip Sessa come concussione, mentre per gli altri due episodi si potrebbe configurare il reato di corruzione. In questo ultimo caso, i due imprenditori denunciatari, entrambi di Capaccio e titolari di attività di ristorazione, potrebbero rischiare, a loro volta, di essere denunciati per corruzione. L’altro episodio di concussione contestato alla Santoro (oltre a quello in concorso con il marito) fa riferimento alla denuncia presentata dal titolare di un caseificio del posto, al qualela Forestale ha sequestrato, circa un anno e mezzo fa, una villa privata. In questo caso, la somma che, secondo l’accusa, avrebbe intascato la sovrintendente, ammonterebbe a 10.000 euro. L’inchiesta, diretta dal pm Maurizio Cardea, non è ancora chiusa, le indagini infatti, sono tutt’ora in corso. La Procura ascolterà altri soggetti, a vario titolo, come persone informate dei fatti. Ad eseguire l’arresto dei due sottoufficiali sono stati i carabinieri del comando provinciale, agli ordini del colonnello Fabrizio Parrulli, su disposizione della Procura salernitana.



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