PAESTUM. Rappresentano, senza dubbio, una brutta cartolina per tutti i turisti, e non solo, che visitano l’area archeologica di Paestum. I visitatori, appena giungono all’ingresso della città antica, non possono non notare il degrado in cui versa la caratteristica fontana-lavatoio di Porta Aurea (nella foto, sotto), e le baracche fatiscenti (nella foto, sopra) in bella mostra a ridosso dell'antica cinta muraria. Un vero pugno nell’occhio che, in più occasioni, ha sollevato sdegno ed incredulità, soprattutto nei turisti stranieri. Non è infatti concepibile che, in un’area dichiarata patrimonio Unesco, dove insistono i maestosi templi ottimamente conservati e meta di migliaia di visitatori, possano "coesistere" un patrimonio archeologico di rilevanza mondiale ed un cumulo di baracche che versano, da anni, in uno stato di degrado. Una situazione che ha del paradossale, considerato che i due manufatti sono stati realizzati, illegalmente, occupando abusivamente un suolo di proprietà privata, venendo utilizzati come strutture abitative. Sembra giunto il tempo, dunque, che la baraccopoli sia rimossa. Ne è convinto il sindaco di Capaccio, Italo Voza, il quale, sin dall’insediamento della sua Amministrazione, ha improntato l’attività di governo sulla riqualificazione urbanistica del territorio, in particolare dell’area sottoposta a vincolo archeologico. A tale scopo, è stata già avviata la procedura per la riqualificazione dell’antica fontana, attualmente in stato di degrado, e dell’acquisizione dei terreni circostanti all’antica struttura, per la cui cessione i proprietari hanno dato piena disponibilità. Sarà il Comune a procedere con la rimozione delle baracche, che non sono state realizzate dai proprietari dei fondi ma da terzi, dopo l’attività di sgombero delle stesse. L’Amministrazione civica ha proceduto con un accordo d'intenti con i proprietari che si impegnano a cedere al patrimonio comunale i terreni, oggetto delle attività di riqualificazione. L’ente comunale, invece, provvederà alla rimozione delle baracche al fine di ridare dignità all’ingresso di Porta Aurea dell’area archeologica.