Attualità
Anche Sapri diventa 'città', e Capaccio Paestum?
Marco Rizzo
19 ottobre 2012 14:35
Eye
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Anche Sapri (nella foto) diventa, ufficialmente, città: è stata, infatti, accettata la richiesta dell'Amministrazione comunale. Con il placet della Prefettura di Salerno, entra nella cerchia dei centri cilentani della provincia salernitana che possono fregiarsi del titolo, insignito tramite decreto del capo dello Stato, Giorgio Napolitano, dello scorso 19 settembre, in virtù dell’importanza storica rivestita da Sapri nei secoli, soprattutto durante l’età risorgimentale con l’impresa di Carlo Pisacane. Un  titolo già assegnato ad altri comuni del nostro territorio. Nel 2004, l’allora presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, con l’atto ufficiale del 9 gennaio, decretò la nomina a città di Agropoli e Vallo della Lucania, rispondendo positivamente alle richieste effettuate dalle amministrazioni, all’epoca guidate rispettivamente da Antonio Domini ed Antonio Sansone. Le due realtà cilentane furono  premiate per la loro importanza in termini demografici e di fruizione dei servizi. Nel 2009 fu la volta di Roccadaspide, divenuto anch’esso, con il passare degli anni comune di riferimento per la valle del Calore. La firma sul decreto fu dell’attuale capo dello Stato Giorgio Napolitano, con la richiesta avanzata dal primo cittadino Girolamo Auricchio. Compaiono nella lista delle città d’Italia anche piccole realtà costiere come Ascea e Camerota, premiate per virtù storiche e ricettività turistica e centri della Piana del Sele popolosi e storicamente riconosciuti virtuosi come Battipaglia ed Eboli. A spiccare sono però le assenze in lista di comuni dalla valenza storica, artistica e turistica. Il caso più eclatante riguarda, certamente, Capaccio Paestum. Un percorso inverso, verrebbe da dire, quello effettuato dall’antica città di Poseidonia, la culla della Magna Graecia, con un sito archeologico patrimonio mondiale dell’Unesco. La stessa Capaccio, nel corso dei decenni ha vissuto un notevole incremento demografico. Eppure, a nessuna delle amministrazioni comunali susseguitesi nelle ultime legislature è venuta l’idea di seguire una semplice prassi, attuabile dall’anno 2000, per vedersi riconoscere il titolo di città: formulare una richiesta al Prefetto ed attendere una risposta, attraverso un decreto, dal presidente della Repubblica. Annoverabili tra i casi anche quelli dei comuni costieri di Castellabate, altro patrimonio mondiale dell’umanità dell’Unesco e centro  caratterizzato da una forte ricettività turistica, Pollica e in primis, Centola, con la storia di Palinuro che non ha davvero bisogno di ulteriori presentazioni.



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