CAPACCIO. Marta Santoro resta in carcere, il marito Antonio Petillo ai domiciliari. Niente sconti da parte del tribunale del Riesame, che ha respinto le richieste di revoca delle misure cautelari restrittive avanzate dagli avvocati dei due sovrintendenti della Forestale, entrambi arrestati, nell’ambito dell’inchiesta condotta dalla procura di Salerno, con l’accusa di concussione, tentata concussione e millantato credito. È caduto nel vuoto, dunque, il ricorso avverso alle misure restrittive dei legali della Santoro, Antonello Natale ed Antonio Zecca, e di Petillo, lo stesso Natale e Domenico Guazzo, i quali avevano presentato, ieri mattina, corpose memorie difensive: la Santoro rimane dietro le sbarre, mentre Petillo agli arresti domiciliari presso l’abitazione della madre a Salerno. I giudici, infatti, avrebbero ritenuto grave il quadro accusatorio e le prove raccolte a carico dei due ex comandanti delle stazioni della Forestale di Foce Sele e Capaccio Capoluogo, i quali avrebbero messo in piedi un sistema di mazzette ai danni di imprenditori locali in cambio dell’omissione di controlli, millantando amicizie influenti nei posti che contano. E su queste “amicizie importanti” si starebbero concentrando, ora, le indagini degli inquirenti. Per conoscere le motivazioni della decisione del Tribunale del Riesame bisognerà attendere il deposito degli atti. Questa mattina, ai legali è stato consegnato il dispositivo emesso dai giudici del Riesame, con il quale si è comunicato il rigetto dei ricorsi. Al vaglio della Procura di Salerno, anche l'ipotesi di trasferimento per la Santoro, che, già nelle prossime ore, potrebbe lasciare la casa circondariale di Fuorni ed essere condotta in una struttura penitenziaria adibita alla detenzione di pubblici ufficiali donne. L'avvocato difensore della Santoro, Antonello Natale, ha dichiarato che presenterà ricorso in Cassazione.