Cronaca
INCHIESTA DELLA DDA
INCHIESTA DELLA DDA
Napoli, scacco al clan Licciardi di Secondigliano: 21 arresti
Comunicato Stampa
02 dicembre 2025 06:28
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NAPOLI. Dalle prime luci dell’alba i carabinieri del Comando Provinciale di Napoli stanno eseguendo una misura cautelare emessa dal GIP del Tribunale di Napoli su richiesta della DDA partenopea a carico di 21 indagati (19 misure in carcere di cui 5 soggetti già ristretti e 2 agli arresti domiciliari). Gli indagati - nell’ambito del clan Licciardi (alleanza di Secodigliano) - sono ritenuti gravemente indiziati a vario titolo, di “associazione di tipo mafioso”, “estorsioni”, “accesso indebito a dispositivi idonei alla comunicazione da parte di soggetti detenuti”, “ricettazione” ed “evasione”, reati aggravati dal metodo e dalle finalità mafiose.

INQUADRAMENTO CRIMINALE ED INVESTIGATIVO (GENESI DELL’ATTIVITA’ DI INDAGINE)

Il clan LICCIARDI è un clan criminale storicamente componente del cartello camorristico noto come “Alleanza di Secondigliano”. A tale “Sistema” criminale fanno appunto capo alle famiglie camorriste dei “Licciardi”, dei “Contini-Bosti” e dei “Mallardo”. Detto Sistema è poi in rapporto di cooperazione criminosa con gruppi camorristici “satelliti”, che gravitano nell’orbita di influenza, indirizzo e controllo del suddetto cartello, tra i quali vanno annoverati quelli dei “Sorianiello” e dei “Baratto-Esposito”, attivi rispettivamente nei quartieri di Fuorigrotta, Bagnoli e Rione Traiano. 

Quanto ai rapporti con i “Sorianiello”, da cui trae origine l’attività di indagine, significative conferme sono emerse nell’ambito di altri procedimenti penali sempre in carico alla DDA di Napoli. Il 26.3.2021 è stata registrata una conversazione tra presenti (ambientale), intercorsa tra SORIANIELLO Simone , assurto ai vertici della omonima consorteria dopo l’arresto di MAZZACCARO Giuseppe, CAPRIO Raffaele alias o’cuppin, capo della piazza di spaccio che insiste nel “Parco 99” di Rione Traiano, nonché appartenente al gruppo di fuoco dei SORIANIELLO, SORRENTINO Alfonso alias o’ buttafuori, già affiliato agli IADONISI ed ora organico al gruppo criminale dei SORIANIELLO, ESPOSITO Luigi, che emerge quale affiliato al clan LICCIARDI (a conferma di quanto evincibile dal Decreto di fermo di indiziato di delitto disposto a carico di LICCIARDI Maria), accompagnato da suo figlio Gennaro. Tale conversazione è di rilevante interesse investigativo poiché consente di ricondurre i motivi della visita di ESPOSITO Luigi ad un’aggressione patita da un nipote non identificato di TRAMBARULO Ciro, sicché è certamente nell’interesse di quest’ultimo che ESPOSITO abbia agito da “portavoce”.

L’indagine fotografa sostanzialmente le dinamiche e le relazioni della famiglia camorristica LICCIARDI a seguito dell’arresto del capo famiglia LICCIARDI Maria , avvenuto il 07 Agosto 2021, e l’uscita dal carcere del luogotenente ABBATIELLO Paolo avvenuta il 10.07.2021. Il Nucleo Investigativo CC di Napoli, nel corso dell’indagine, documentava la struttura verticistica della famiglia camorristica LICCIARDI e la reggenza del clan, affidata ad ABBATIELLO Paolo . Dal mese di marzo 2022 iniziavano le operazioni di monitoraggio di ESPOSITO Luigi, personaggio legato fortemente ad ABBATIELLO Paolo, al quale era stato affidato un ruolo operativo all’interno della famiglia. 

Dal monitoraggio di ESPOSITO Luigi emergeva inoltre la figura del nipote STRAZZULLO Giovanni  (figlio di ESPOSITO Rosa), quest’ultimo risultava fondamentale per l’acquisizione di informazioni in merito alle  dinamiche associative del gruppo criminale denominato “abbascMiano”, che vedeva come capo BALZANO Matteo , allo stato detenuto,  e i conseguenziali rapporti di forza creatisi all’interno del Rione “Don Guanella” con il clan Licciardi.    

La seconda fase dell’indagine documentava l’egemonia di ABBATIELLO Paolo nel clan ed il suo rapporto con gli affiliati, identificati in ESPOSITO Luigi, SAPIO Salvatore, LUCARELLI Giuseppe, CARDAMONE Raffaele, PELLEGRINO Giuseppe, CANNAVACCIUOLO Gennaro, ESPOSITO Gennaro, MONTANINO Salvatore, PELLEGRINO Giuseppe, ESPOSITO Giovanni, DAMASCO Luigi, CELENTANO Giuseppe, FIORE Raffaele, Gelsomino Luca. Tra questi emergeva la figura criminale di SAPIO Salvatore, nipote di ABBATIELLO Paolo, uomo di fiducia con ruolo operativo all’interno del clan. Ad ESPOSITO Luigi e SAPIO Salvatore (agevolati in alcune circostanze dalle rispettive compagne FERRARA Martina e RUSSO Vincenza) venivano affidate da ABBATIELLO Paolo la direzione e l’esecuzione operativa di numerose estorsioni messe in atto dal clan, anche ad imprenditori, commissionati da soggetti coinvolti nella presente inchiesta giudiziaria come ATTRATTIVO Maurizio e CAFARELLI Gianluca.

La terza fase dell’indagine documentava i rapporti che intratteneva ABBATIELLO Paolo con i clan operanti in provincia di Napoli. Infatti, veniva appurato che i gruppi criminali operanti nel quartiere napoletano di BAGNOLI denominati “ESPOSITO” e “GIANNELLI” sono di fatto dei gruppi satellite del clan LICCIARDI. Analogamente è stato documentato che, con riferimento al quartiere di POSILLIPO, i LICCIARDI avevano posto come capo zona MENDOZZA Ciro .  

Altresì, nell’arco dell’attività investigativa si acquisivano importanti elementi indiziari in ordine alle relazioni che il clan LICCIARDI intratteneva con altre famiglie camorristiche operanti a Napoli/Centro, come lo storico clan MAZZARELLA con il gruppo criminale operante nel quartiere Sanità, diretto da SAVARESE Salvatore  detto “o’melone”,  nonché con l’area nord Melito di Napoli/ Casavatore /Mugnano di Napoli denominata AMATO-PAGANO, con il gruppo BALZANO detto abbasc Miano, che gestiscono l’area di Miano-Piscinola-Marianella-Chiaiano che una volta era del ben noto e disciolto clan LO RUSSO e con i clan operanti nell’agro Nolano quali il clan RUSSO-SANGERMANO, FABBROCINO e CAVA. 

ATTIVITA’ DI INDAGINE E CONTESTAZIONI NELL’ORDINANZA DEL GIP DEL TRIBUNALE DI NAPOLI A SEGUITO DELLA RICHIESTA DELLA LOCALE DDA

Nella nottata del 2 dicembre 2025, i Carabinieri dei Nucleo Investigativo di Napoli daranno  esecuzione ad un’ordinanza di applicazione di misura cautelare in carcere (19 posizioni, di cui 5 già detenuti per altra causa tra cui il capo clan) e degli arresti domiciliari (2 posizioni), emessa dal G.I.P. del Tribunale di Napoli su richiesta della Procura della Repubblica di Napoli – Direzione Distrettuale Antimafia, nei confronti di 21 soggetti gravemente indiziati – a vario titolo – di associazione di tipo mafioso, estorsioni, accesso indebito a dispositivi idonei alla comunicazione da parte di soggetti detenuti, ricettazione ed evasione, reati aggravati dal metodo e dalle finalità mafiose.

Le complesse ed articolate indagini sviluppate - tra il 2022 e il 2023 - dal Nucleo Investigativo Carabinieri di Napoli, anche mediante massive attività tecniche, e coordinate dalla DDA di Napoli hanno consentito di:

- documentare la perdurante operatività del clan “Licciardi” e dei gruppi criminali ad esso associati, facenti parte del potente cartello camorristico denominato “Alleanza di Secondigliano”, storicamente attivo ed egemone nella parte settentrionale di Napoli e nella provincia partenopea;

- delineare l’organigramma e i ruoli dei singoli associati;  

- riscontrare la commissione di diverse condotte estorsive in danno di commercianti, di soggetti dediti alle truffe informatiche, nei cui confronti il clan ha rivendicato parte dei proventi illeciti, e di un’occupante abusiva di un alloggio popolare, costretta a versare 16mila euro per continuare ad abitare nella casa;

- acclarare che gli indagati, mediante la forza intimidatrice derivante dall’appartenenza al sodalizio, si sono più volte adoperati a recuperare illecitamente i crediti di terzi soggetti, su richiesta di quest’ultimi, che talvolta sono risultati estranei ai circuiti criminali.

Contestualmente, verranno altresì eseguite, sempre nel contesto della medesima attività di indagine, altre perquisizioni personali, locali e domiciliari nei riguardi di altri indagati in stato di libertà.



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