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IL LIBRO
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Cannalonga, presentato "Storie di Lupi" di Gianluca Damiani
Antonio Vuolo
02 dicembre 2025 11:31
Eye
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CANNALONGA. Il borgo cilentano di Cannalonga ha ospitato, presso la Biblioteca Comunale Pietro Carbone, un incontro di grande interesse naturalistico e culturale: la presentazione del libro fotografico "Storie di Lupi" di Gianluca Damiani, autore e fotografo specializzato in fauna selvatica. L’iniziativa, molto partecipata, è stata arricchita da una relazione dedicata al comportamento del lupo in Italia e agli studi più recenti sul monitoraggio della specie, offrendo al pubblico una panoramica completa sulla presenza del lupo italico nel nostro Paese. Il volume, già presentato in varie località italiane, è un progetto articolato che unisce fotografia d’autore, divulgazione scientifica e narrazione visiva. Le immagini che compongono Storie di Lupi mostrano il lupo italico nel suo ambiente naturale: branchi in movimento, cuccioli, momenti di caccia, attese notturne, incontri sfuggenti immortalati dopo un decennio di lavoro sul campo. Attraverso immagini potenti e un approccio divulgativo accessibile, l’incontro ha mostrato come il lupo rappresenti una parte insostituibile del patrimonio naturale italiano e come sia possibile conoscerlo, rispettarlo e comprenderne il valore ecologico senza cedere a paure infondate o semplificazioni. L’autore ha raccontato al pubblico la genesi del progetto, nato dal desiderio di restituire un’immagine reale e non mitizzata del lupo: non il predatore “leggendario” delle fiabe, ma un animale complesso, sociale, capace di adattarsi e sopravvivere in un Paese dove l’urbanizzazione e la frammentazione del territorio rappresentano una sfida costante. Prima della presentazione del libro, ci sono stati due interventi; il primo dello zoologo dott. Lorenzo Papaleo, che ha relazionato sugli studi di monitoraggio sia nel Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni, sia in altri siti dell’intera catena appenninica;  illustrando le metodiche e gli strumenti scientifici utilizzati nel controllo nazionale del lupo, coordinato da ISPRA e condotto da reti di ricercatori e volontari. Nello specifico vengono utilizzate le fototrappole posizionate nei corridoi ecologici, la raccolta di tracce (impronte, escrementi, predazioni), le analisi genetiche per identificare individui e nuclei familiari e la mappatura digitale delle aree frequentate. Questi metodi hanno permesso negli ultimi anni una stima più precisa del numero di lupi presenti sul territorio italiano e una migliore comprensione dei loro spostamenti, fondamentale per gestire correttamente la convivenza con le comunità rurali. Il secondo intervento è stato tenuto dalla dott.ssa Sarah Droghei, Ecobiologa, specializzata in ecologia animale, ricercatrice presso l’Istituto Zooprofilattico di Roma. Entrambi gli studiosi hanno delineato lo stato del lupo in Italia, con particolare riferimento ai comportamenti sociali, alle dinamiche di branco e alle interazioni con l’ambiente umano. È stato spiegato come il lupo italico (Canis lupus italicus), dopo decenni di declino, sia tornato a popolazioni numericamente stabili grazie alle tutele introdotte nel corso degli anni, ma anche come la convivenza con le attività umane rimanga un tema delicato. Altri aspetti trattati hanno riguardato: il suo ruolo ecologico come predatore e regolatore naturale degli ecosistemi, le strategie di caccia e la struttura sociale del branco, basata su coppie riproduttive e gerarchie precise, la risposta ai cambiamenti climatici e all’espansione antropica, elementi che influenzano le rotte di spostamento e la distribuzione della specie.

Il pubblico, numeroso e molto coinvolto, ha partecipato con domande e osservazioni, segno di un crescente interesse verso le tematiche ambientali e la fauna selvatica. Alcuni cittadini hanno condiviso avvistamenti o esperienze personali, mentre altri hanno espresso preoccupazioni legate alla sicurezza o alle attività agricole. Gli studiosi hanno sottolineato che il lupo non vede l’uomo come preda, infatti negli ultimi sei anni sono documentati 6 attacchi di lupi all’Uomo e mai letali;  inoltre, per quanto riguarda la predazione agli animali di allevamento, la dott.ssa Droghei ha evidenziato che degli oltre nove milioni di capi di allevamento, meno di nove mila sono stati mediamente predati ogni anno, una percentuale inferiore allo 0,1%. Gli esperti presenti hanno ribadito che la convivenza è possibile e, atteso che l’ignoranza è la peggior nemica del lupo, i passi fondamentali da seguire, sono la corretta informazione; l’adozione di strumenti di prevenzione per gli allevamenti; la conoscenza delle reali abitudini del lupo; la collaborazione tra enti, ricercatori e comunità locali.

 



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