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Capaccio, agguato a Ferrigno: "Mi hanno sparato perché concorrente scomodo"
Alfonso Stile
17 ottobre 2018 10:48
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CAPACCIO PAESTUM. Due noti giovani imprenditori ittici coinvolti, uno come presunto mandante e l’altro vittima di un agguato, quattro persone arrestate e due carabinieri ‘infedeli’ trasferiti d’urgenza. Ha destato enorme scalpore, a Capaccio Paestum, l’operazione condotta ieri dalla Squadra Mobile di Salerno, che ha identificato ed incastrato gli autori degli spari ai danni del suv guidato da Agostino Ferrigno (nella foto), 37enne titolare della pescheria Marechiaro, raggiunto da diversi colpi di fucile a pompa la notte del 5 dicembre scorso, mentre si recava al mercato del pesce di Salerno, fulcro secondo gli investigatori degl'interessi del commando che ha esploso gli spari con pallettoni cal. 12.
L’inchiesta, condotta dal pm Francesca Fittipaldi della Procura di Salerno, ha portato così agli arresti domiciliari, con le pesanti accuse dei reati di tentata estorsione aggravata, detenzione e porto abusivo in luogo pubblico di arma da sparo e del relativo munizionamento, come riportato stamane dai principali organi di stampa, l’imprenditore capaccese Gianni Mauro di 32 anni, titolare di un banco ittico, il quale, secondo le ipotesi investigative, voleva assicurarsi il monopolio nel mercato di Via Mecio Cracco e per questo avrebbe assoldato il commando punitivo; il 46enne Massimo Squillante di Sarno, presunto fornitore delle armi; il 31enne Biagio Lammardo di Sala Consilina e il 37enne sarnese Donato Cataldo, presunti autori dell’agguato. Come si evince da numerose intercettazioni schiaccianti, eseguite sulle utenze degli indagati, ad agevolare il gruppo le presunte ‘soffiate’ di due carabinieri amici, l’appuntato scelto G.G. in servizio presso il Comando provinciale dell’Arma, e A.D.V. del Nas di Salerno, il quale avrebbe anche sollecitato controlli a sorpresa pilotati presso la pescheria ‘Marechiaro’ per mettere in difficoltà l’attività ‘rivale’ gestita da Ferrigno. A StileTV, lo stesso Ferrigno spontaneamente spiega l’accaduto con poche parole, in attesa degli sviluppi processuali della vicenda: “Fu una notte terribile, mi hanno sparato solo perché rappresento un concorrente onesto e scomodo, ma ho sempre confidato nella giustizia e negli investigatori; ho subito danni morali, psicologici e materiali, così come la mia famiglia, di concerto con i nostri avvocati mi costituirò parte civile nel processo, ma annuncio che devolverò tutto in beneficenza ad associazioni benefiche”.



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