Attualità
LA MISSIVA DI TOMASCO
LA MISSIVA DI TOMASCO
Ospedale Vallo della Lucania, Nursind: "Le criticità del reparto Covid"
Comunicato Stampa
17 gennaio 2022 16:55
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  2403

VALLO DELLA LUCANIA. Criticità e proposte operative legate al reparto Covid dell’ospedale di Vallo della Lucania, da parte del segretario territoriale del Nursind Salerno, Biagio Tomasco:

“In seguito alla nota n°7681 del 11/01/2022 la Direzione Sanitaria del PO San Luca di Vallo della Lucania ha disposto la riapertura del secondo piano (ex Cardiologia) ora adibito a reparto di degenza per pazienti COVID a bassa intensità di cura e, se del caso, a media ed elevata intensità. Preliminarmente dobbiamo concordare con la preoccupazione della Direzione di Presidio di garantire la massima assistenza a tale tipologia di pazienti, ma di certo non possiamo concordare nel merito in quanto lo stesso sia foriero di pericoli per il personale ivi operante, oltre che per i pazienti stessi. Con riferimento al reparto neo attivato, se ne richiede l’immediata chiusura per i motivi di seguito elencati: - Assenza di percorsi dedicati, identificati e sicuri adibiti al trasporto dei pazienti ricoverati nella struttura; - Assenza di aree “pulito/sporco” ben differenziate e segnalate; - Assenza di zona filtro funzionale; - Assenza di zona per la svestizione (zona sporca) separata dal reparto di degenza; - Assenza di stanze di isolamento dotate di pressione negativa e di anticamera antistante; - Assenza di DPI che rispettano i requisiti di sicurezza nell’anticamera del reparto (FFP2, OCCHIALI PROTETTIVI E VISIERA, CALZARI REPELLENTI); - Assenza di Infermeria ben delimitata e protetta dall’area di degenza; - Assenza di carrelli di terapia e carrello dell’emergenza; - Assenza di scorte di Dpi per i pazienti; - Gestione e trasporto dei campioni biologici provenienti dal reparto COVID senza alcun rispetto delle norme di sicurezza e con rischio di contaminazione delle aree e del personale esterno; - Gestione della documentazione (cartella clinica, cartella infermieristica, FUT, scheda monitoraggio dei P.V.) nella zona sporca, con invio della stessa al di fuori del reparto di degenza; - Assenza di emogasometro, etichettatrice, computer per l’invio di ECG telematici; - Assenza di strumentario per la rilevazione dei P.V. dedicato ad ogni singolo paziente (presenza di un solo MONITOR DI MONITORAGGIO CONTINUO per la rilevazione della Pressione Arteriosa e dell’Attività Elettrica Cardiaca, da utilizzare per tutti i pazienti); - Presenza di un solo strumento per la rilevazione della Temperatura e della Glicemia; - Possibilità per i pazienti di uscire dalle camere di degenza e raggiungere tutte le aree del reparto, oltre che due porte di uscita dallo stesso; possibilità di aprire senza alcuna difficoltà finestre e balconi/finestre delle camere di degenza con tutti i pericoli che possono derivarne; - Presenza della sola figura dell’infermiere nel reparto di degenza; assenza del medico di reparto e di operatori quali OSS ad ogni turno di lavoro; - Prescrizione delle terapie sul FUT (Foglio Unico di Terapia) da personale diverso da quello medico; - Alcuna possibilità per gli operatori sanitari di alternarsi in sicurezza tra la zona sporca e la zona pulita, per garantire i normali bisogni fisiologici, a causa della completa assenza della zona pulita; - Assenza di docce e spogliatoi a disposizione dei soli operatori sanitari ivi esercitanti; presenza di armadietti nella zona sporca del reparto. In particolare, per come sopra evidenziato, l’assenza del medico costantemente in reparto espone il paziente ivi degente a rischi per la salute che non possono essere in alcun modo vicariati dalla figura infermieristica, sia per la peculiarità della professione, che li esporrebbe ad esercizio abusivo cella professione medica, sia per la fattispecie per cui in un reparto debba sempre essere presente un dirigente medico e contestualmente un referente dello stesso, non fosse altro che per poter erudire i pazienti ed i loro parenti sulle loro condizioni cliniche, cosa che oggi risulta fortemente inficiata.

Tale riapertura ha, inoltre, rimaneggiato fortemente l’offerta di salute da parte del nosocomio, in quanto per poter riattivare il reparto di degenza covid, si sia dovuto ricorrere all’accorpamento dei reparti di chirurgia vascolare e chirurgia generale che globalmente passano da 30 a 16 posti letto con una perdita di 14 posti letto, e all’accorpamento della UO di oculistica / ORL con la Neurochirurgia che globalmente passano da 29 a 15 posti letto con una perdita di 14 posti letto, in definitiva il tutto si traduce in una perdita secca di 28 posti letto per acuti. Vogliamo ricordare che l’Unità di Crisi Regionale della Regione Campania con propria nota prot. UC/2022/0000018 del 07/01/2022 aveva disposto, motu proprio, la sospensione di tutte le attività di elezione con il fine di recuperare risorse umane e strutturali da dedicare all’emergenza Covid, salvo poi fare una clamorosa retromarcia con la nota prot. UC/2022/0000030 del 12/01/2022 con la quale rimandava all’insindacabile giudizio medico la necessità o meno di ricorrere al ricovero del paziente onde garantirne la maggiore aderenza terapeutica. Tra l’altro essendo il DEA Vallo della Lucania – Agropoli un unico DEA funzionale, non sta scritto da nessuna parte che detto reparto dovesse essere aperto presso il PO di Vallo della Lucania, dove abbiamo visto che non esistano percorsi sicuri, mentre al contrario ben si potrebbe aprire presso il Covid Center di Agropoli dove i percorsi siano regolarmente disegnati essendo l’ospedale stesso dedicato unicamente al Covid 19. Da tanto discendono, a parere della scrivente, cosa peraltro facilmente riscontrabile, le seguenti considerazioni: 1. Le attività di elezione, in forza della nota prot. UC/2022/0000030 del 12/01/2022, non sono mai state di fatto sospese nel PO di Vallo della Lucania, tanto che il nosologico meccanografico registra un incremento di ricoveri rispetto allo stesso periodo dell’anno 2021; 2. Le attività di ricovero urgente non hanno mai subito una soluzione di continuità tanto che si ricorra ancor oggi al cosiddetto “ricovero in appoggio” soprattutto per le patologie di carattere respiratorio non Covid; 3. Le attività legate alla traumatologia ortopedia, e più in generale rispetto alla rete trauma sono rimaste inalterate nel tempo (ricordiamo che il PO di Vallo sia inserito nella rete trauma come Centro Traumatologico Zonale, ovvero CTZ) e copra l’intero territorio del Cilento, Vallo di Diano ed Alburni, senza disdegnare di procedere a ricovero per pazienti provenienti dalla Piana di Paestum e del Calore; 4. Il basso numero di pazienti Covid positivi, non giustifica la riapertura del reparto di degenza Covid sia in riferimento alla destrutturazione funzionale operata all’interno del nosocomio, sia per la sottrazione di unità di personale infermieristico (solo ed unicamente) messa in atto nelle rimanenti UU.OO. per come risultante dagli accorpamenti sopra evidenziati, il tutto contraendo la capacità operativa del nosocomio nei confronti dei pazienti non affetti da covid 19, che sta sviluppando enormi disagi legati all’incremento esponenziale delle liste di attesa. Si chiede pertanto l’immediata chiusura di tale struttura di degenza, data inoltre la possibilità ed il vantaggio di potenziare un reparto già esistente, presso il P.O. di Agropoli, con la possibilità di ospitare pazienti a bassa intensità di cure oltre che una terapia intensiva e sub intensiva, con percorsi “pulito/sporco” ben definiti, nel rispetto delle minime condizioni igienico-sanitarie per la sicurezza dei pazienti e degli operatori sanitari, operatori che ben si potrebbero reclutare attraverso manifestazioni di interesse dedicate al PO di Agropoli, sull’esempio di quanto già fatto dall’AORN Cardarelli di Napoli che con delibera n. 16 del 12/01/2022 ha assunto 20 unità di personale infermieristico a tempo determinato per contrastare l’emergenza Covid, oppure pescando dalle manifestazioni d’interesse già avviate in ASL Salerno quali quella della rete cardiologica per l’emodinamica o quella per l’assunzione di personale infermieristico per l’assistenza a bambini fragile del DS di Eboli, o in extrema ratio attivare immediatamente la convenzione con l’AOU S. Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona per l’appena concluso concorso per il reclutamento di 160 infermieri. Da ultimo, ma non ultimo, si segnala che non tutti gli infermieri che dovevano essere assunti per l’emergenza covid presso il PO di Vallo della Lucania siano stati assunti, e parecchi di loro sono semplicemente transitati per il nosocomio in attesa di essere assegnati, non si sa con quale criterio, ad altri PP.OO. dell’ASL Salerno. Di più, quelli rimasti, altro non hanno fatto che compensare le assenze dei cosiddetti lavoratori fragili che, per il solo PO di Vallo della Lucania, ammontino a unità, cosa per la quale si richiede l’immediato rientro di detti infermieri nelle loro originarie UU.OO. di destinazione, ovvero dove abbiano finora prestato servizio, dedicando i reclutandi infermieri al Covid Center di Agropoli, e dopo aver valutato attentamente le esigenze del PO di Vallo della Lucania.”



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