ALBANELLA. Si è svolta oggi, presso l’obitorio dell’ospedale “Maria Santissima Addolorata” di Eboli, l’autopsia sul cadavere rinvenuto in un uliveto di Albanella il 10 gennaio scorso. Ad eseguirlo uno specialista di Benevento, appositamente incaricato dalla Procura della Repubblica di Salerno, che indaga sul macabro ritrovamento: l’esame autoptico, fissato per le ore 11 ma iniziato poco prima di mezzogiorno, è terminato alle 16:30. 

Ma quattro ore e mezza di rilievi non sono bastate a svelare con certezza l’identità della vittima, ritrovata in uno stato di avanzata di decomposizione tale da complicare qualsiasi accertamento medico-sanitario: servirà dunque la comparazione dirimente del Dna, prelevato dagli esperti della Scientifica che hanno preso parte all’autopsia, dalla quale, però, non sarebbero emersi, intanto, evidenti segni di ferite o lesioni letali da percosse, colluttazione o sparo, circostanza che induce a pensare ad una morte avvenuta per circostanze naturali o un malore improvviso quanto fatale. Appurato con sicurezza, invece, che il corpo è stato anche dilaniato da ungulati e suidi vaganti nelle campagne albanellesi, sicuramente dopo il decesso: ciò rende irrilevante qualsiasi ipotesi circa il modo in cui il cadavere è stato ritrovato.

Tutto lascia pensare che si tratti del 51enne Giuseppe Gaudiano, scomparso nel nulla il 12 dicembre dello scorso anno, quando fu avvistato per l’ultima volta in Piazza Cavalieri di Vittorio Veneto, ma bisognerà attendere ancora alcuni giorni per confermare, o meno, che si tratti proprio del meccanico albanellese. I campioni di Dna prelevati, infatti, saranno comunque confrontati con i parenti per togliere qualsiasi dubbio. Le indagini, delegate ai carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando provinciale dei carabinieri, continuano a considerare tutte le piste, anche se quella dell'omicidio potrebbe essere accantonata all'esito di quanto è emerso, stamane, dall'esame autoptico.