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RISPOSTA ALL'ENTE
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Eboli, rifiuti: revoca Sarim, Anac rimette decisione al Comune
Alfonso Stile
24 giugno 2022 16:46
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EBOLI. “Da un primo accertamento compiuto d'ufficio, non risulta che vi siano vicende penali attinenti al contratto di gestione integrata del ciclo dei rifiuti affidato all'attuale esecutore. Ove ciò fosse confermato, non sussisterebbero i presupposti per l'attivazione delle prerogative presidenziali di proposta di misure di straordinaria e temporanea amministrazione ex art. 32, d.l. 90/2014. ln mancanza di tale presupposto — salva la diversa ricostruzione del fatto sulla base dei documenti attualmente mancanti - ogni valutazione sulla attivazione della clausola risolutiva espressa contenuta nel protocollo di legalità effettivamente sottoscritto è rimessa in via esclusiva alla discrezionalità della stazione appaltante sulla base della ricostruzione del caso concreto o delle diverse risultanze amministrative che dovessero emergere”. E’ questa la risposta dell’Anac, a firma del presidente Giuseppe Busia, inviata al Comune di Eboli, al segretario generale, Domenico Gelormini e per conoscenza anche al prefetto di Salerno, Francesco Russo. L’Autorità Nazionale Anticorruzione era stata interpellata dall’Ente, da Gelormini, nell’avvio dell’iter per valutare gli estremi di una eventuale risoluzione del contratto quinquennale, di circa 28 milioni di euro, stipulato il 30 giugno 2020 con la Sarim s.r.l per l’espletamento del servizio di gestione integrata dei rifiuti prodotti sul territorio comunale di Eboli. A determinare il provvedimento la violazione del Patto d’integrità, accettato e sottoscritto dalle parti con una serie di ulteriori impegni reciproci mirati alla corretta esecuzione del contratto ed improntati al rispetto di regole comportamentali volte a prevenire qualsiasi tentativo di corruzione o condizionamento. Appena quattro mesi dopo la stipula, infatti, la Sarim comunicò al Comune una variazione dell’assetto societario, ovvero la cessione di tutte le quote da parte di due amministratori ai rispettivi figli, uno dei quali assunse contestualmente anche la carica a nuovo presidente del Cda della Sarim al posto del padre.

Quest’ultimo, da appositi accertamenti eseguiti dall’ente civico presso il Casellario giudiziale della Procura di Salerno, risultò sottoposto a rinvio a giudizio (reato ex art. 319 quater c.p.) mentre ricopriva proprio la carica di presidente del Cda della Sarim. 

Al riguardo, l’art. 11 del suddetto contratto richiamava apposito protocollo di Integrità, che prevedeva all’art. 4 l’apposizione di una clausola risolutiva espressa (ex art. 1456 c.c.) con l’attivazione, nell’ipotesi in cui un componente della compagine sociale o un dirigente della ditta fosse stato sottoposto a misura cautelare o interessato da rinvio a giudizio, per taluno dei delitti a pena di decadenza. 

Di qui l’iniziativa del segretario generale, che informò il responsabile dell’Area per l’avvio del procedimento conseguente, inviando una nota ad Anac e Prefettura, e per conoscenza al sindaco Mario Conte. 



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