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SENTENZA DI PRIMO GRADO
SENTENZA DI PRIMO GRADO
Salerno, processo ‘Ghost Road’: dopo 10 anni, 8 condanne e 2 assoluzioni
24 giugno 2022 18:53
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SALERNO. Otto condanne e due assoluzioni. Si conclude così, dopo quasi 10 anni di udienze e dibattimenti, il processo di primo grado inerente il filone principale della nota inchiesta denominata ‘Ghost Road’, condotta dal Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Salerno, che disvelò un ‘sistema’ collusivo, presso l'ente Provincia, mirato all’aggiudicazione ed il pagamento di lavori pubblici in realtà mai eseguiti. Tra questi, spicca la nota 'strada fantasma' Casal Velino-Celso, tanto a cuore al compianto sindaco di Pollica, Angelo Vassallo, assassinato il 5 settembre del 2010 da un killer ancora senza volto, dalle cui denunce partì tutta l'indagine.

Pochi minuti fa, la lettura della sentenza da parte dei magistrati della terza Sezione penale del Tribunale di Salerno, presieduta dal giudice Vincenzo Ferrara. Condannati a 2 anni e 6 mesi con interdizione perpetua dai pubblici uffici il geom. Gennaro Rizzo di Gioi (capo area del servizio viabilità dell’ente di Via Roma), Franco Cuozzo (direttore dei lavori), il salernitano Luigi Calenda (direttore del servizio finanziario) e Gerardo Volpe (funzionario del settore finanziario).

Pena a 2 anni e 8 mesi con misura interdittiva per gli imprenditori Eduardo Sale di Nocera Inferiore, Paolo Riccelli di Salerno, Mario Bamonte di Ottati; 3 anni e 6 mesi, invece, per Luigi Di Sarli di Teggiano.

Assolto con formula piena “per non aver commesso il fatto”, invece, l’allora dirigente del settore dei servizi tecnici della Provincia, Angelo Cavaliere. Assolto per intervenuta prescrizione, infine, Matteo Sorrentino (era accusato solo di favoreggiamento).

Dodici erano gli imputati per i quali il pm inquirente Antonio Cantarella della Procura salernitana chiese ed ottenne, dal gup Elisabetta Boccassini del locale Tribunale, il rinvio a giudizio nell’ottobre del 2012, con le accuse a vario titolo di associazione per delinquere finalizzata alla commissione reati contro la pubblica amministrazione, tra cui peculato aggravato e continuato, falso ideologico in atti pubblici, con la complicità dell’allora istituto di credito tesoriere di Palazzo Sant’Agostino, per il tramite di due dipendenti infedeli cui fu contestato il reato di riciclaggio (uno patteggiò, l’altro scelse l’abbreviato). Per la Provincia di Salerno e la Regione Campania, parti civili nel procedimento, è stato riconosciuto il diritto al risarcimento dei danni.



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