AGROPOLI. Peculato e falso nella gestione della società partecipata Agropoli Cilento Servizi. Al termine dell’udienza preliminare tenutasi ieri, il gup Sergio Marotta ha rimesso tutti gli atti al presidente del Tribunale di Vallo della Lucania per valutare possibili estremi d’incompatibilità del suo ruolo, avendo svolto anche quello di gip nella fase preliminare dell’inchiesta, autorizzando anche diverse intercettazioni. Questione che i collegi difensivi dei 6 indagati non avevano eccepito per mera questione di rispetto e totale fiducia nell’imparzialità del giudice chiamato a valutare la richiesta di rinvio a giudizio per tutti i coinvolti formulata dal pm Vincenzo Palumbo della Procura vallese. Dunque, il procedimento passa ora nelle mani del presidente del Palazzo di Giustizia cilentano, Gaetano De Luca, chiamato ad esprimersi sull’incompatibilità di Marotta: nel caso, il fascicolo dovrà passare ad un altro gup fissando una nuova udienza, probabilmente verso fine anno.

Dunque, ci sarà ancora da attendere per gli indagati, ovvero l'ex sindaco di Agropoli, Adamo Coppola; l'attuale presidente della società partecipata, Domenico Gorga; il direttore generale Giuseppe Capozzolo ed il suo predecessore, Fabio Serafini; per Giuseppe Conte, legale rappresentante della cooperativa Il Faro, e Luca Gregorio, legale rappresentante della società Truck Star srl. L'accusa per tutti è di peculato in concorso: otto i capi d'imputazione contestati, con l'ex primo cittadino coinvolto in un solo episodio per il reato di falsità ideologica commessa da pubblico ufficiale in atti pubblici. Le accuse, in sintesi, sono di aver distratto fondi della società in house del Comune per elargirli alla coop ed alla società coinvolte, liquidandoli attraverso affidamenti fittizi, duplicazione di pagamenti mascherati come errori materiali, compensi per lavori inesistenti, rimborsi per il pagamento di generi alimentari (panettoni natalizi) e rifornimenti di carburante per mezzi non di proprietà della società partecipata. L'indagine è stata condotta dalla Squadra Mobile di Salerno su delega della Procura cilentana. Inizialmente, gli indagati erano dodici.