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NOTA DI RINALDI
NOTA DI RINALDI
Agropoli, nomine Municipale: bufera in Consiglio comunale
Alfonso Stile
20 ottobre 2022 16:45
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AGROPOLI. Bufera in Consiglio comunale, ad Agropoli, sulle nuove nomine al vertice del Comando di Polizia Municipale. In aula ad inizio seduta, con apposita interrogazione/interpellanza, il consigliere di minoranza, avv. Raffaele Pesce, assume le difese del precedente comandante Maurizio Cauceglia, elencando norme di legge in materia e recenti diffide sindacali nel contestare, apertamente, la legittimità delle decisioni assunte dall’Amministrazione comunale, irridendole e dichiarando nel suo piccato intervento: “Facciamo ridere, veramente, perché qui c’è addirittura confusione di gradi e competenze, perfino riguardo al saluto gerarchico tra i vari agenti e graduati, secondo quanto si evince dal Regolamento comunale di Polizia Municipale approvato dalla precedente Amministrazione: dunque, chiedo la revoca dei provvedimenti sindacali in questione, anche per evitare possibili contenziosi”. 

Richieste che, di fatto, non solo il sindaco rigetta rivendicando la legittimità delle sue disposizioni, ma finiscono col trasformarsi in un clamoroso boomerang proprio per Cauceglia, in pratica un assist che ‘costringe’ il neo comandante Rinaldi a rivedere gradi e ruoli all’interno del comando di Polizia Municipale, anche attraverso la prossima approvazione, in Consiglio comunale, di un nuovo Regolamento del Corpo come preannunciato dallo stesso sindaco Mutalipassi.

LA DIFFIDA - Il piatto forte dell’interpellanza di Pesce era la comunicazione, inviata al Comune, dalla segreteria provinciale della Cgil FP, che, minacciando ricorsi presso i tribunali competenti, ha intimato al sindaco, Roberto Mutalipassi, di revocare entro 5 giorni la nomina a vicecomandante di Valentina Nastari, bollandola come illegittima ed antisindacale poiché avvenuta in presunta mancanza dei presupposti normativi e giuridici, mettendo così in discussione, di riflesso, anche la nomina a comandante del magg. Antonio Rinaldi. 

LA REPLICA - In tutta risposta, prima di essere interrotto da Pesce, il sindaco Mutalipassi si era apprestato a leggere pubblicamente una nota di riscontro, al sindacato, a firma proprio dello stesso Rinaldi. In tale nota, evocando nel dettaglio tutti i quadri normativi di riferimento della Polizia Municipale, il comandante Rinaldi precisa che negli stessi “la figura del vicecomandante non è contemplata, ma la si rinviene solo nei regolamenti comunali”. Dunque, la questione è da ricondursi al vigente Regolamento del Corpo, approvato dal Consiglio comunale di Agropoli (delibera n. 51 del 25/06/2021), che rimette alla facoltà insindacabile del sindaco la possibilità di nominare un vicecomandante, nel rispetto delle superiori normative di legge. 

“In tale Regolamento, elaborato e proposto dal precedente comandante Maurizio Cauceglia - scrive di suo pugno Rinaldi - la figura del vicecomandante viene istituita ex novo all’art. 11”, che testualmente al comma 1 recita: “Il sindaco, sentito il comandante, può individuare un vicecomandante che lo sostituisca in caso di assenza o impedimento, con provvedimento a tempo, rinnovabile e revocabile, tra gli specialisti di vigilanza”, non specificando né stabilendo che, tra questi, debba essere scelto il più alto in grado. Di fatto, l’art. 9 dello stesso Regolamento, nel quale si classifica il personale, indica che gli specialisti di vigilanza sono quelli con i gradi di capitano, tenente e sottotenente. L’art. 21, infine, annota che “in caso di avvicendamento nel ruolo o funzione di comandante del Corpo di Polizia Municipale, l’ufficiale avvicendato nella funzione di comandante mantiene il grado di maggiore”.

IL BOOMERANG - Impugnando proprio il Regolamento redatto dal collega Cauceglia, dunque, Rinaldi trasforma, in un boomerang, le richiesta di Pesce e la sortita della Cgil FP. Evocando espressamente la norma di legge superiore di riferimento (ovvero l’art. 5, comma 1 del Regolamento Regionale del 13 febbraio 2015, n. 1), sottolinea che “i distintivi di grado indicano l’ordinazione dei ruoli e delle funzioni della polizia locale, non determinano lo stato giuridico ed economico del dipendente, ma supportano l’espletamento funzionale dei servizi; essi possono, inoltre, indicare una specifica funzione o una carica e sono indossati su tutte le uniformi”. Ma il passaggio fondamentale della norma precisa che “il responsabile del corpo o il responsabile del servizio acquisisce automaticamente il grado più alto della categoria d’inquadramento” imponendo che “in ogni caso, il grado attribuito al comandante o al responsabile del servizio non può essere attribuito ad altri appartenenti al medesimo corpo o servizio di polizia locale”.

Dunque, il citato art. 21 del Regolamento redatto da Cauceglia, per Rinaldi “è palesemente in contrasto con la normativa di rango superiore” dove si precisa che solo il comandante può avere il grado di maggiore. Un siluro che Rinaldi sgancia senza mezze misure: “Ne consegue che, con separato atto gestionale, il sottoscritto provvederà a ripristinare il grado all’ufficiale citato dalla nota sindacale (Nastari), collocandolo nel grado spettante secondo la normativa regionale vigente, nonché a rimodulare tutti i gradi vigenti adeguandoli al dettato normativo di riferimento”. In altre parole, Cauceglia dovrà rilasciare i gradi di maggiore e vestirne altri inferiori a quelli del comandante, presumibilmente quelli di capitano.

LA PRECISAZIONE DI PESCE - Interpellato nuovamente al riguardo dalla nostra redazione, il consigliere Pesce però precisa: "Onde evitare diverse interpretazioni, nel mio intervento ho precisato che le norme vanno interpretate nel combinato disposto tra i vari articoli del Regolamento di Polizia Muncipale comunale e dell'art. 5 di quello regionale, dai quali emerge che la struttura gerarchica è quella militare, anche se il corpo è civile, ma per dare ordine alle funzioni si è preferito utilizzare i gradi tipici delle forze armate. Ribadisco, come da mio intervento, che mi sono complimentato sia con Cauceglia per il lavoro svolto in questi anni, sia con Rinaldi che con la Nastari, i miei rilievi i non riguardano mai le persone ma il modo ed i tempi con cui sono adottati i provvedimenti del sindaco".



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