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"DOPO LO SFRATTO, L'INDIFFERENZA"
"DOPO LO SFRATTO, L'INDIFFERENZA"
Polemiche per il convegno sul Grand Tour a Paestum: Di Bartolomeo e Pepe protestano
Redazione
24 ottobre 2014 12:05
Eye
  1960

CAPACCIO PAESTUM. Ha suscitato non poche polemiche il convegno internazionale dal tema “La Campania e il Grand Tour - Immagini, luoghi e racconti di viaggio tra Sette e Ottocento”, in programma anche il 25 ottobre prossimo presso il Museo nazionale archeologico di Paestum, dopo che lo stesso si è tenuto ieri presso l’ex convento di San Francesco a Santa Maria Capua Vetere (Caserta) ed oggi al campus universitario dell’ateneo di Fisciano, che ha organizzato il progetto. In merito, infatti, è intervenuta la direttrice del Museo del Grand Tour di Capaccio Capoluogo, Daniela Di Bartolomeo, che attraverso StileTV non le manda certo a dire: “Apprendo solo oggi, e con vero rammarico, che è stato organizzato un convegno presso il Museo archeologico di Paestum, dedicato al Grand Tour, che rientra nell’ambito di tre giornate dedicate al tema. Il mio disappunto nasce dalla constatazione che gli organizzatori, oltre ai rettori e i professori delle università coinvolte, non abbiano previsto neanche una visita guidata presso il museo di “Paestum nei percorsi del Grand Tour”, accreditato dalla Regione Campania. Trasmettere conoscenze astratte appartiene alla vecchia scuola – continua la Di Bartolomeo – oggi, ritengo che sia più utile orientarsi verso un insegnamento significativo, che consenta ai giovani di irrelare le conoscenze nel contesto del loro quotidiano. Pertanto, offro una visita gratuita a quanti desiderano realmente approfondirne la conoscenza. Voglio, inoltre, sottolineare che il museo è regolarmente visitato da studiosi di svariate nazionalità, quindi mi fa rimanere perplessa la non conoscenza dell’esistenza dello stesso o il disinteresse da parte di chi relazionerà. Il prof. Vincenzo Pepe, presidente della Fondazione Giambattista Vico, alla quale afferisce il Museo del Grand Tour, a margine dice che i convegni, e la cultura in genere, devono servire per la crescita complessiva dei territori e non per masturbazioni intellettuali. Inoltre, penso sia noto a tutti l’impegno profuso per difendere il Museo del Grand Tour dallo scempio di uno sfratto finalizzato ad attività di lucro, allo scopo di renderlo fruibile alle generazioni future. Sabato saremo presenti per difendere il museo del Grand Tour, questa volta dall’indifferenza!”.
Il convegno internazionale in questione, prevede tra l’altro gli interventi di importanti studiosi per ripercorrere le tappe campane di quel lungo viaggio nell’Europa continentale che va sotto il nome di “Grand Tour”, effettuato soprattutto dai ricchi giovani dell’aristocrazia europea, ma anche da numerosi artisti e intellettuali, a partire dal XVII fino al XIX secolo e destinato a perfezionare il loro sapere. Un viaggio che poteva durare da pochi mesi fino a svariati anni e la cui destinazione finale era soprattutto l’Italia considerata la culla della civiltà europea.



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