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intervista a pietro bottiglieri (esclusiva LiraTV)
intervista a pietro bottiglieri (esclusiva LiraTV)
Giffoni, parla l'autista che ha investito ed ucciso Francesca Bilotti: "Vorrei morire anch'io"
Redazione
27 novembre 2014 11:50
Eye
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GIFFONI VALLE PIANA. “Vorrei morire anche io. Sono un uomo distrutto nel profondo. Chiedo perdono ai genitori di Francesca Bilotti. Se vogliono possono venire anche ad uccidermi, gli do io il coltello, ammazzatemi. Più di questo non so cosa dire”. E’ una testimonianza drammatica, rotta dall’emozione e dalle lacrime, quella rilasciata in esclusiva a LiraTV, alla collega Simona Cataldo, dall’autista Pietro Bottiglieri, che lunedì mattina era alla guida del mezzo della Sita Sud della linea Olevano-Battipaglia-Fisciano che ha travolto ed ucciso al terminal dei bus dell’Università di Salerno la 23enne Francesca Bilotti, di Giffoni Valle Piana. “Quella mattina era meglio che non mi svegliavo per andare a lavorare”: Bottiglieri, indagato per omicidio colposo, intraprende il racconto di ciò che è accaduto, parlando a singhiozzo, piangendo durante l’esposizione. S’arriva al momento del tragico incidente, avvenuto quando il terminal era pieno di studenti: “Quando sono arrivato al terminal di Fisciano, a causa della coda degli altri mezzi, mi sono fermato con la parte anteriore che aveva varcato il cancello di ingresso e quella posteriore ancora fuori. Ho atteso che il collega che si trovava dinanzi al mio pullman liberasse la zona ed ho eseguito questa maledetta manovra per portarmi al nostro box. Dallo specchietto la visuale copre soltanto la metà del mezzo ed il fondo e tra l’altro c’erano tanti ragazzi a bordo anche in piedi pronti per scendere. La parte anteriore destra è una zona oscura per noi. Nel fare la manovra purtroppo ho urtato questa ragazza non volendo, che è caduta e l’ho investita. Non è stata colpa mia, giuro di non averla vista”. Quei secondi, dopo l’impatto, restano nella mente di Bottiglieri: “Sono subito sceso dal pullman  la ragazza respirava ancora. Ho visto che si agitava prima di esalare l’ultimo sospiro. E il Signore se l’è chiamata. E’ stato terribile. Quando sono arrivati i soccorsi ed ho visto che porgevano il lenzuolo ho capito quello che era successo. All’arrivo dei carabinieri mi sono costituito. Sono 40 anni che faccio questo lavoro. E’ andato sempre tutto bene. Questa disgrazia non doveva capitare. E’ successo quello che non doveva succedere. A giugno sarei andato in pensione. Chiedo ancora perdono alla famiglia”. L’autista fa riferimento continuo ai familiari di Francesca: “Mi dispiace per la famiglia, io ho i figli. Non so cosa fare, non sto dormendo, sto piangendo una continuazione e non ce la faccio. Spero che il Signore mi da la forza per andare avanti”.

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