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BCC AQUARA E BCC ROSCIGNO
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Autoriforma Bcc, Marino e Albanese a Roma per convegno nazionale Fiba-Cisl
Comunicato Stampa
17 aprile 2015 09:41
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ROMA. Riforma e autoriforma del credito cooperativo in Italia: questo il tema del dibattito tenutosi ieri, a Roma, organizzato da Fiba e Cisl, cui hanno preso parte anche il direttore generale della Bcc Aquara, Antonio Marino, e il direttore generale della Bcc Montepruno-Roscigno, Michele Albanese. “Il credito cooperativo serve ancora?”: a questa domanda, posta in apertura del convegno dal segretario nazionale Fiba Cisl, Alessandro Spaggiari, hanno risposto tutti i relatori, concordando sulla necessità di difendere e rafforzare l’azione mutualistica delle banche di credito cooperativo al servizio delle persone  e delle comunità di riferimento. “E il mutualismo – ha proseguito Spaggiari - deve essere il punto di partenza della riforma, o meglio, della rinascita del sistema del credito cooperativo, che ha bisogno di superare le criticità esistenti (dimensione delle banche, qualità ed efficacia del sistema dei controlli, competenze e ricambi generazionali, limite ai mandati, conflitti di interesse)”. È toccato poi a  Leonardo Becchetti, ordinario di economia politica all’Università di Tor Vergata di Roma, fare il punto sulla riforma in discussione: “è andata male con le banche popolari, ma sulle Bcc la palla è passata a noi. I nostri interlocutori sono la Banca d’Italia e il Governo, e dobbiamo lavorare su due nodi centrali della riforma: il controllo da parte delle  Bcc e la natura delle holding che possono raccogliere i capitali. Sta  a noi vincere questa partita”. Cesare Fumagalli segretario generale di Confartigianato e Ernesto Ghidinelli di Confcommercio sono intervenuti nella qualità di “soggetti interessati che scendono in campo” per ribadire l’importanza di avere una pluralità di offerta nel mercato del credito in grado di soddisfare esigenze diverse. “È incoerente un progetto di sviluppo del sistema bancario a taglia unica”, ha infatti precisato Ghidinelli; “il nostro interesse è che il sistema diffuso di piccole imprese che ha costituito nel nostro paese un modello vincente fino qualche anno fa, possa continuare ad avere un riferimento in un sistema, per quanto rinnovato, di banche di credito cooperativo”, ha aggiunto Fumagalli. Un intervento intenso quello di mons. Fabio Longoni, direttore dell’Ufficio Pastorale  sociale e del lavoro della Cei che ha sottolineato la funzione fondamentale del sistema cooperativo in quanto promotore della partecipazione e, riportando le parole di Papa Francesco, ha detto: una cooperativa autentica è dove  non comanda il capitale sugli uomini ma gli uomini sul capitale”. Ha subito voluto puntualizzare che non ha votato il decreto sulle banche popolari Francesco Boccia del Pd, raccogliendo gli applausi calorosi dalla sala, e precisando che farà di tutto per “far sì che questa legge non faccia danni”. “La legge ha fissato un confine tra banche popolari e banche di credito cooperativo. Io credo che questo confine sia solido – ha detto – e il credito cooperativo deve fare delle performance trasparenti e dei rapporti fluidi, un vero punto di forza. Il sistema delle bcc deve fare da alfiere dello sviluppo del modello capitalistico italiano”. Ha concluso i lavori il segretario confederale della Cisl Luigi Sbarra, il quale ha voluto precisare che “questo convegno non è un punto di arrivo, ma un punto di partenza. Da questo momento dovremo ritrovarci insieme, tutte le parti in causa, per portare avanti una battaglia di responsabilità e di civiltà. Questa è la precondizione per rimettere in moto dinamiche di sviluppo, crescita, occupazione nei territori e nell’intero paese”.



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