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DOPO INDAGINE DI GDF E CORTE DEI CONTI
DOPO INDAGINE DI GDF E CORTE DEI CONTI
Capaccio, Comune rivuole il 'Nettuno': conferito incarico legale per riottenere l'immobile
Alfonso Stile
22 luglio 2016 08:02
Eye
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CAPACCIO PAESTUM. Il Comune di Capaccio Paestum rivuole il ‘Nettuno’. Con apposita delibera di Giunta, infatti, l’ente ha conferito apposito incarico legale a due avvocati, Maria Athena Lorizio di Roma e Maria Annunziata di Salerno, per rientrare in possesso del compendio immobiliare ‘Nettuno’ sito nell’area archeologica, di alto pregio storico-culturale, gestito da anni dalla famiglia della moglie del sindaco, Italo Voza. Una gestione finita nel mirino della Corte dei Conti regionale, al termine di una complessa indagine, durata due anni, condotta dalla Compagnia della Guardia di Finanza di Agropoli, che contesta un danno erariale di oltre 700mila euro. Il primo cittadino pestano, onde evitare di configurare un evidente conflitto d’interessi, non ha partecipato alla votazione in Giunta dell’atto della delibera (n. 249 del 20 luglio 2016). Nell’atto pubblico, sono posti in evidenza: l’atto del notaio Manlio De Maria del novembre 1931, con il quale il Comune acquistava dai germani Mansi Forlani il fondo rustico, con fondi forniti dall’allora prefetto per il funzionamento della Commissione Archeologica e Turistica della Provincia di Salerno; la deliberazione del Podestà di Capaccio del settembre 1932 con la quale il complesso veniva donato alla suddetta Commissione. In sostanza, l’ente civico, che nella delibera sottolinea “ai fini di trasparenza”, intende approfondire se tale donazione è avvenuta con apposito richiamo di contratto, in quanto, se non fosse stato mai formalizzato, potrebbe configurarsi un vizio di forma, “ancorché il Comune non abbia, in oltre ottant’anni, svolto alcuna iniziativa di rivendica del complesso immobiliare”. Di quì, la necessità del conferimento dell’incarico legale trattandosi di “complessa materia oggetto del futuro contenzioso, inerente questioni di diritto civile, amministrativo e di storia del diritto italiano”. L’opposizione consiliare, dopo la notifica dell’invito a dedurre dal parte della Corte dei Conti nei confronti del sindaco Voza e di quattro funzionari comunali, aveva chiesto la convocazione di un Consiglio comunale straordinario sulla vicenda: richiesta non assecondata dal presidente dell’assise civica, Mimmo Nese, in quanto l’argomento ‘non è di competenza del Consiglio bensì della Giunta comunale’.



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