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L'ACCUSA È DI TENTATO OMICIDIO IN CONCORSO
L'ACCUSA È DI TENTATO OMICIDIO IN CONCORSO
Capaccio, sparo al rivale per gelosia: a processo i fratelli Iacomino
Redazione
17 febbraio 2017 08:36
Eye
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AGROPOLI. Rito abbreviato per i due fratelli torresi accusati di tentato omicidio in concorso e porto abusivo d’arma da fuoco per il ferimento del 35enne capaccese Raffaele Carione. Ciro e Gaetano Iacomino (nella foto) saranno giudicati il 10 maggio prossimo, presso il Tribunale di Vallo della Lucania: a costituirsi parte civile il commerciante 35enne di Capaccio Paestum, assistito dall’avv. Giangerardo Miranda.
L’episodio risale al 23 giugno dello scorso anno: Raffaele Carione fu raggiunto da un colpo di pistola alla spalla e finì d’urgenza al ‘Cardarelli’ di Napoli. La sua ‘colpa’ era stata quella di frequentare la donna sbagliata, l’ebolitana Annarita C., che dopo essere stata la moglie del 37enne Ciro Iacomino, aveva avuto una storia anche con il fratello di costui, il 21enne Gaetano Iacomino, entrambi arrestati e condotti in carcere, a Vallo della Lucania, con l’accusa di tentato omicidio e detenzione illegale di armi. Un intreccio amoroso a tre che innescò il raptus di gelosia, sfociato con il ferimento di Carione, contro il quale sparò proprio il più giovane dei fratelli, in Via Piave, dopo averlo affiancato con l’auto mentre il commerciante capaccese era proprio in compagnia della donna. Dopo due giorni di latitanza, i due fratelli originari di Torre del Greco ma residenti ad Agropoli dove gestivano una pescheria, si costituirono spontaneamente presso la locale Compagnia dei carabinieri, diretta dal cap. Francesco Manna, che li avevano braccati raccogliendo prove ed indizi di colpevolezza schiaccianti, quali il bossolo del proiettile ed immagini tratte da impianti di videosorveglianza nella zona.



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