Attualità
OPINIONI POST VOTO
OPINIONI POST VOTO
Capaccio, Di Gregorio: "Ora la nuova scommessa è un Puc partecipato e moderno"
Comunicato Stampa
26 giugno 2017 15:18
Eye
  6465

CAPACCIO PAESTUM. Comunali 2017. Riceviamo e pubblichiamo, integralmente, la seguente nota stampa diffusa dall'arch. Massimo Lucido Di Gregorio (nella foto), sostenitore della coalizione del neo sindaco Franco Palumbo.

Dopo la tempesta, la quiete. Da oggi può dirsi ripresa la speranza e la voglia di credere in un futuro possibile.

Gli esiti di un risultato elettorale affatto scontato in questi termini, è stato chiaro nell’affermare una svolta epocale per la nostra comunità e il nostro territorio. Sono convinto che le tante stupidaggini ascoltate fino a ieri sera, possano dirsi superate per lasciare il campo alle proposte e ai contenuti da riporre in un progetto complessivo di sviluppo possibile. Le speculazioni sulla mancanza di residenza e sulla grazia di natività come valore da attribuire più ad una raffigurazione iconografica che ad un campagna elettorale ormai conclusa, hanno dimostrato tutta la debolezza della politica locale e soprattutto dei personaggi che da alcuni decenni hanno imposto un ruolo da sottosviluppo acclarato. Le dimissioni di Italo Voza da un ruolo assegnato dagli elettori, suona come una vera e propria autoimposta condanna all’esilio. Il modo peggiore per confermare l’inconsistenza di un ruolo politico di un partito di grande tradizione nazionale come il PD, mortificato da una improvvisa costruzione artificiale e artificiosa, da un pasticcio evidente fondato su ruoli e aspettative personali, da cui in tanti solo oggi ritengono bisogna venire fuori e in fretta. Un modo per affermare il tentativo di imporre un gruppo dirigente senza prospettive, senza programmi e quindi senza una visione lungimirante. Non partecipare al consiglio comunale come leader dell’opposizione, altro non è che dare prova ancora una volta dell’interesse di parte, legato solo a singoli ruoli e specifici luoghi. Financo il cambio del nome in Capaccio Paestum dimostra di non avere avuto alcun significato se non in termini di velato narcisismo di gruppo, di vana gloria che di fatto nulla aggiunge ad un progetto di rilancio turistico come giustificato a suo tempo.
Ma lasciamo perdere, ormai è fatta.
Allo stesso modo, né più e né meno è da considerarsi cosa fatta anche per quanto riguarda i costi sostenuti inutilmente per un PUC che ancora non c’è o per le cupole geodetiche costate l’ira di dio, non tanto per una concreta esigenza amministrativa, quanto forse solo per fare un dispetto a qualcuno. Diciamo che nessuno ha ancora parlato del “coraggio” di Franco Palumbo. Della sua determinazione nell’affrontare temi ancora oggi non compresi del tutto. Del suo coraggio nell’usare un linguaggio tecnico di programma e allo stesso tempo una semplicità di annunciazione di una possibilità reale di riscatto di una collettività da lungo tempo mortificata. Quello stesso coraggio dimostrato nel presentare non solo un programma ma un progetto articolato e complessivo di sviluppo, di opere da fare, di infrastrutture vere quanto urgenti, di una piattaforma per il turismo come una delle possibili cose serie da affrontare per il rilancio di un settore che, insieme all’agricoltura, rappresenta la vera struttura portante di un sistema economico locale ancora tutto da costruire.
Forse è per questo, cioè per l’articolazione e la complessità del programma presentato, che Oscar Nicodemo affermava di non averlo compreso, nonostante lo avesse letto per ben due volte.
L’augurio è semmai quello di avere in futuro più dibattito politico e confronto sulle questioni reali dello sviluppo e sempre meno medici e giornalisti che abbiano la prerogativa di imporre un ruolo o peggio la forza dei libretti e dei centri medici organizzati.
E allora cosa dire? Certamente che va riconquistata un’unità orientata al confronto democratico e alla partecipazione dei cittadini nelle scelte di programma, recuperata un’identità storica e un ruolo da assegnare alla tradizione, al patrimonio culturale, architettonico e archeologico. Insomma a tutto quello che in campagna elettorale ha saputo esprimere Franco Palumbo rivolgendosi prima di tutto alla gente comune, poi agli intellettuali e ad una classe dirigente non solo ostile ma persino miope. La scommessa sarà decisa sulla formazione di un PUC partecipato e moderno, basato sulla perequazione e la negoziazione, sulla capacità e il coraggio degli uffici comunali di saper accompagnare un processo di Governance. Questo è possibile perché le capacità dei funzionari e della struttura tecnica ci sono, si tratta solo di metterle in campo e saperle orientare.
Da qui, l’augurio più sincero al nuovo Sindaco, ai consiglieri tutti soprattutto quelli di primo mandato, ma in particolare ai cittadini affinché possano vedersi presto ripagati delle attese e ai giovani che possano vedersi appagati dalle risposte concrete ai bisogni e alle tante aspettative.



Logo stiletvhd canale80
Immagine app
SCARICA
L’APP