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LA SENTENZA
LA SENTENZA
Castellabate, servizio idrico: il Tribunale Superiore delle Acque Pubbliche boccia il ricorso del Comune
Antonio Vuolo
05 agosto 2025 14:08
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CASTELLABATE. Il Tribunale Superiore delle Acque Pubbliche ha dichiarato inammissibile il ricorso presentato dal Comune di Castellabate contro l’Ente Idrico Campano (EIC), relativo alla richiesta di uscita dall’ambito di gestione della Consac Gestioni Idriche per essere ricollocato sotto la competenza di Asis Salernitana Reti e Impianti, che nel 2019 aveva già rifiutato l’affidamento del servizio a causa di gravi criticità riscontrate nelle reti e nelle infrastrutture comunali. 

L’Amministrazione comunale aveva chiesto ufficialmente, a dicembre 2023, la ricollocazione nel bacino dell’area “Sele” gestito da Asis, sostenendo di aver dismesso le quote in Consac e di non voler più usufruire dei suoi servizi. Il silenzio dell’EIC ha spinto il Comune a ricorrere in giudizio, chiedendo l’accertamento dell’illegittimità dell’inerzia dell’Ente regionale. Dopo la declinatoria di giurisdizione da parte del Tar di Salerno, la vicenda è arrivata davanti ai giudici del TSAP che hanno ritenuto il ricorso giuridicamente inammissibile, evidenziando come le decisioni di affidamento del servizio idrico – formalizzate con delibere mai impugnate dal Comune – non possano essere rimesse in discussione unilateralmente, né costituire obbligo per l’Ente di rispondere.

Il Tribunale ha inoltre ricordato che la normativa vigente impone la gestione unitaria del servizio idrico a livello di ambito territoriale ottimale, con le decisioni in capo all’Ente Idrico Campano. Il singolo Comune non può scegliere autonomamente il gestore, né rifiutarsi di aderire a quanto stabilito a livello sovracomunale.

Il Comune di Castellabate, infine, è stato condannato al pagamento delle spese processuali in favore sia dell’EIC che della Consac, per un totale di 6.000 euro oltre accessori.

“La finta battaglia è finita! Sono stati quattro anni di chiacchiere, incontri, interlocuzioni tra le parti, tavoli regionali, "chiavi sbagliate" e delibere farlocche - commenta il consigliere di minoranza, Domenico Di Luccia -  Il Tribunale giusto si è finalmente espresso e non solo sulla procedura ma anche nel merito: la gestione del Servizio Idrico Integrato non è e non può essere di competenza comunale! Tuttavia due interrogativi di natura politica non possono essere tralasciati o rinviati: con quale coraggio, forza morale, comportamento etico di buon padre di famiglia si continuerà ad occupare quella sedia dopo la sonora bocciatura e il supremo inganno servito alla comunità di Castellabate?; con quale coraggio si continuerà ad "amministrare" con compagni di disavventura che hanno osteggiato, complottato, ottenuto incarichi, intrapreso finte battaglie legali con la complicità di  taluni dirigenti (vedi quelle al Tar)e  tramato contro la battaglia Consac? La cosa più paradossale di questa vicenda è che  il sindaco Rizzo fa parte nel Consiglio direttivo dell’ambito distrettuale Sele, per cui stride ancora di più il silenzio dell’EIC che ha poi portato a questo contenzioso”. 

La replica del vicesindaco, Luigi Maurano: “La questione Consac non è solo una "battaglia" politica ma soprattutto una "battaglia" sociale. Sto parlando al presente perché la questione non finisce certo con questa sentenza del Tribunale Superiore delle Acque Pubbliche. Percorreremo tutte le strade che la normativa ci permette per poter cambiare il gestore del servizio idrico integrato del Comune di Castellabate. Per storia, per infrastruttura e per diritto il Comune di Castellabate dovrebbe essere inserito nel bacino Asis. Aver scelto, nel 2018, Consac è stato il colpo mortale all'economia del territorio e delle famiglie del Comune di Castellabate. È stato un tradimento ai cittadini. Gli amministratori che all'epoca hanno commesso questo grandissimo errore sono ora gli stessi che puntano il dito contro chi sta cercando in tutti i modi di risolvere il problema a beneficio della collettività. Noi continuiamo la nostra azione affinché l'acqua non sia tassata come un bene di lusso. Noi continuiamo la nostra azione contro un "sistema" acqua che è inquinato da intrecci di potere e di mala politica”.



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