Gli scambi commerciali, a qualsiasi livello, sono regolati dalle valute a corso legale. Fare acquisti al supermercato sotto casa richiede l’utilizzo dell’euro, mentre acquistare un souvenir durante un viaggio nel Regno Unito necessità dell’utilizzo della sterlina inglese. L’euro (EUR) e il pound inglese (GBP) fanno parte del cosiddetto G10 currencies, ovvero il gruppo di 10 valute più utilizzate al mondo per gli scambi commerciali. In cima alla lista delle valute G10 troviamo il dollaro degli Stati Uniti d’America (USD), il cui valore degli scambi commerciali mondiali ammonta a circa l’85% - 88% del totale, secondo i dati diffusi periodicamente dal sistema SWIFT. Siamo soltanto a tre delle 10 valute del G10 currencies, conosciamo le altre per poi prendere il largo e perlustrare se, oltre l’orizzonte, possano esserci altre valute capaci di destabilizzare il dominio attuale.
Le valute del G10 e il ruolo negli scambi commerciali mondiali - Nella lista G10 sono inclusi anche lo yen giapponese (JPY), con una quota degli scambi intorno al 3,84%, e il dollaro canadese (CAD), con una quota degli scambi mondiali al 2,5% (dati SWIFT). Seguono il dollaro australiano (AUD), che rappresenta l’1,5% del valore dei pagamenti internazionali, e ancora il franco svizzero (CHF), con una quota degli scambi commerciali internazionali sotto l’uno percento. La corona norvegese (NOK), la corona svedese (SEK) e il dollaro della Nuova Zelanda (NZD), chiudono la lista con quote minori e tuttavia significative rispetto ad altre valute non incluse nel gruppo. Le G10 currencies coprono dunque il grosso dei pagamenti di beni e servizi venduti nel mondo, ma gli scambi tra le valute servono ad alimentare anche altre attività. Tra queste troviamo gli investimenti in valute straniere, che danno luogo al cosiddetto forex trading mediante piattaforme informatiche, il cui compito è tenere traccia dei prezzi di scambio secondo la domanda e l’offerta di valuta. L’interesse degli investitori per le valute straniere è giustificato dall’enorme valore del mercato forex, il quale viene stimato in circa cinque trilioni di USD su base giornaliera. Altre monete internazionali, però, attraggono l’interesse degli investitori e a seguire scopriremo quali.
Le valute straniere non G10 che crescono negli scambi - Lo yuan cinese (CNY) è indubbiamente in cima alla lista delle valute straniere non appartenenti al gruppo G10 currencies con volumi di scambio significativi. Nel 2023, la quota di mercato del CNY è infatti salita al 4,5%, raddoppiando rispetto all’anno precedente. Per fare un paragone, la quota dell’euro è stata del 6% nello stesso anno preso come riferimento. La rupia indiana (INR) è forse l’altra moneta astro nascente dei futuri scambi commerciali. Basti pensare che l’India può contare su una popolazione che supera gli 1,4 miliardi di persone. Inoltre, i rapporti commerciali con Sudan, Nepal, Iran e altri Paesi sono regolati direttamente in INR e ciò aumenta l’utilizzo all’estero della rupia. I nuovi percorsi geopolitici innescati dalle tensioni sul piano militare e commerciale, pongono le basi per la ricerca di monete di scambio alternative. In futuro il gruppo G10 currencies potrebbe essere costretto giocoforza ad allargarsi.
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