Ambiente
CONDIVISO DALLA SOPRINTENDENZA
CONDIVISO DALLA SOPRINTENDENZA
Padula, Comune dice 'no' all'antenna 5G: "Opera troppo impattante sul paesaggio"
Comunicato Stampa
05 settembre 2025 10:04
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PADULA. Il Comune di Padula ha espresso parere negativo alla realizzazione di una nuova stazione di telefonia mobile in località “Strettoia dei Monaci”. Il progetto, presentato nell’ambito del bando PNRR Italia 5G, prevedeva l’installazione di un impianto alto 34 metri, ma è stato bocciato dagli enti preposti alla tutela paesaggistica e ambientale. A pesare sulla decisione sono stati i vincoli paesaggistici che gravano sull’area. La Commissione paesaggistica comunale, riunitasi lo scorso 27 agosto, ha definito la struttura “anomala e impattante”, sottolineando il rischio di compromettere il valore ambientale del corso d’acqua protetto Fosso Fabbricato e di alterare la percezione del paesaggio circostante, che comprende il centro storico, il convento di San Francesco, l’area archeologica di Cosilinum e la Certosa di San Lorenzo.

In particolare, la Commissione paesaggistica comunale ha così motivato il diniego: “Parere negativo in quanto la tipologia dell’opera da installarsi risulta avulsa rispetto al contesto paesaggistico di riferimento, del tutto anomala ed impattante, tale da pregiudicare il valore paesistico ambientale del corso d’acqua protetto (Fosso Fabbricato- n. 121, dell’elenco acque pubbliche), nonché́ tale da alterare il paesaggio percepito dal fronteggiante centro storico, dalle limitrofe area convento San Francesco, area San Sepolcro, area archeologica Cosilinum, nonché́ dal Monumento Certosa San Lorenzo; Inoltre dato il sito collinare prescelto, tale opera, dalle dimensioni già elevate (34m) appare ancora più̀ visibile dai punti di intervibilità che la rendono decontestualizzata e deturpativa per l’assetto paesaggistico e ambientale esistente, non mitigata ne mitigabile nel contesto e negativamente percepibile.  La stessa costituisce elemento di contrasto in quanto del tutto differente rispetto al paesaggio antropico distinto dalla presenza di insediamenti abitativi (aventi caratteri esclusivamente rurali) distribuiti a rada densità̀ al versante sud e concentrati al versante nord rappresentato dall’agglomerato del Centro storico di Padula e altresì̀ destinato a bosco”.

Il giudizio negativo è stato condiviso anche dalla Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Salerno e Avellino, che ha ribadito l’incompatibilità dell’opera con il contesto tutelato. Nella relazione viene evidenziato come la torre, paragonabile a un edificio di dieci piani, rappresenterebbe un elemento “fuori scala” e invasivo, percepibile da numerosi punti panoramici: “Il sito prescelto per l’impianto ricade nel territorio comunale di Padula ed è sottoposto a tutte le disposizioni della parte terza del Codice approvato con D.Lgs. 42/2004 in quanto interamente ricadente nella fascia di 150 metri dal “Fosso Fabbricato”, corpo idrico classificato quale acqua pubblica. L’ambiente, che presenta caratteristiche rurali e seminaturali con belle alberature, costituisce la pregevole cornice delle splendide visuali dell’antico centro di Padula, arroccato sulla collina e della poco distante Certosa di San Lorenzo, che pregna, con la sua presenza, l’intero comprensorio. L’area, inoltre, come rilevato dalla CLP, fa registrare la presenza di ulteriori elementi di pregio, quali il convento San Francesco e l’area archeologica Consilinum (...). Le stesse immagini fornite dal proponente con la relazione paesaggistica dimostrano chiaramente il negativo impatto che l’impianto previsto avrà̀ sul contesto paesaggistico, ponendosi quale invadente elemento, tale da turbare sensibilmente la percezione del paesaggio e del centro storico. È, infatti, evidente il negativo impatto che l’opera avrà̀ sul contesto vincolato, in cui introdurrebbe un elemento tecnologico del tutto decontestualizzato è fuori scala (ben 34 metri di altezza, come un palazzo di dieci piani), percepibile da numerosi punti di vista accessibili al pubblico, circostanza peraltro documentata dalla stessa relazione paesaggistica redatta dal proponente”.

Alla stessa conclusione è giunta la Soprintendenza speciale per il PNRR, che ha espresso un ulteriore parere contrario. Secondo gli uffici ministeriali, le immagini presentate dalla società proponente dimostrano chiaramente l’impatto negativo dell’impianto, destinato a turbare sensibilmente la visione complessiva del paesaggio rurale e dei suoi beni storici. “Accogliamo con senso di responsabilità l’esito della valutazione sul progetto di realizzazione della stazione di telefonia mobile. La tutela del nostro paesaggio e dei nostri beni culturali – commenta la sindaca di Padula, Michela Cimino - resta per noi una priorità assoluta, perché rappresentano l’identità e la memoria della nostra comunità.

Desidero ringraziare l’Ufficio tecnico comunale, in particolare il responsabile l’architetto Emilio Bosco e il geometra Michele Ferzola, la Commissione paesaggistica comunale, la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Salerno e Avellino e la Soprintendenza speciale per il PNRR per il lavoro attento e scrupoloso svolto nell’analisi del progetto. La loro professionalità e il loro impegno sono stati fondamentali per garantire una valutazione approfondita e rispettosa del valore del nostro territorio.

Il Comune di Padula – conclude - è disponibile a collaborare con tutti i soggetti coinvolti affinché possano essere individuate soluzioni alternative, che coniughino l’innovazione tecnologica con la necessaria salvaguardia del paesaggio e del patrimonio storico-artistico che ci è stato affidato”.



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