VALLO DELLA LUCANIA. “La Gelbison è soltanto stata interpellata quale società informata dei fatti per una indagine che non riguarda assolutamente la squadra e la dirigenza”. Il legale Riccardo Ruocco (nella foto), che cura gli interessi del club del presidente Antonio Piccininno, chiarisce la situazione che ha coinvolto la compagine cilentana ed inerente un coinvolgimento in una presunta combine in occasione della partita dello scorso 17 febbraio, quando la Gelbison giocò al “Giraud” di Torre Annunziata contro il Savoia, finita 1-1, e valevole per la sesta giornata di ritorno del girone I della serie D. Tutto parte dalla contestazione a fine gara dei tifosi oplontini che additano i calciatori di Salvatore Amura. Per i supporters torresi alcuni avrebbero speculato sul risultato di parità procedendo addirittura a giocare il segno X all’interno dei centri scommesse abilitati a ricevere “puntate” sulle partite di serie D. Da queste voci è partita poi l’indagine, che ha visto, come da prassi, l’interrogatorio di rappresentanti della Gelbison da parte di componenti della Procura Federale. Nello specifico, sono strati chiamati a rilasciare dichiarazioni il patron Antonio Piccininno, l’allenatore Alessandro Erra, il capitano Luca Pecora e l’under Alessio Grimaudo. L’incontro non si è tenuto in Procura bensì all’interno degli uffici della Gamet di Vallo della Lucania, di proprietà del collaboratore federale Giuseppe Ametrano, con i tesserati rossoblu “interrogati” da un altro collaboratore federale, Michele Avallone: “Ci teniamo a chiarire – spiega ai nostri microfoni Riccardo Ruocco – che siamo estremamente fiduciosi in quello che la Procura Federale ritiene di dover approfondire e non siamo assolutamente noi i destinatari eventualmente di un’indagine ed invitiamo a guardare le immagini di quella partita che la Gelbison meritava addirittura di vincere, sfiorando il successo in casa del Savoia”.