AGROPOLI. Una tragedia a pochi passi da quello che, una volta, era l’ospedale civile di Agropoli, punto di riferimento del comprensorio a sud di Salerno. Due delle quattro vittime dell’incidente sulla SP430 avvenuto ieri, estratte ancora vive dalle lamiere, sono decedute in ambulanza durante il trasporto in ospedale: con la Cilentana spezzata in due da frane e smottamenti, uno è morto sulla tortuosa strada di montagna che bisogna scavalcare per raggiungere l’ospedale “San Luca” di Vallo; l’altra sulla trafficata SS18 che porta al nosocomio “Santa Maria della Speranza” di Battipaglia. Tutti e due troppo, maledettamente lontani. Se fosse stato ancora attivo il reparto Rianimazione, ad Agropoli, forse le due vittime avrebbero avuto maggiori possibilità di salvarsi. Invece, per entrambi il destino ha riservato un’agonia sulla barrella di un’ambulanza, quando invece ci sarebbero voluti meno di 5 minuti per raggiungere l’ospedale di Agropoli, struttura mastodontica ridotta a presidio Psaut dall’Asl di Salerno, per mano del manager Antonio Squillante. Ora queste due persone, padre e madre di famiglia, saranno per sempre sulla coscienza di chi, ciecamente, ha messo una croce sul presidio sanitario agropolese, mortificando un territorio intero ed il lavoro dei volontari sulle ambulanze, che fanno di tutto per colmare distanze chilometriche assurde, in un paese civile, per ricevere i soccorsi adeguati. La Cilentana killer, da oggi in avanti, fa ancora più paura.