Attualità
L'AZIENDA FU VITTIMA DI UN RAID INCENDIARIO 6 GIORNI FA
L'AZIENDA FU VITTIMA DI UN RAID INCENDIARIO 6 GIORNI FA
Capaccio, bomba fa saltare in aria il "Centro Motor Paolino": attentato dinamitardo nella notte
Alfonso Stile
14 settembre 2014 09:55
Eye
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CAPACCIO PAESTUM. Attentato dinamitardo, nella notte, ai danni del noto “Centro Motor Paolino” in località Licinella a Capaccio Paestum, lo stesso che, una settimana fa, fu bersaglio di un raid incendiario. Questa volta, intorno alle ore 2:00, una vera e propria bomba è stata piazzata all’interno di un bidone dell’immondizia posto davanti alla saracinesca principale, letteralmente saltata in aria a seguito del violento scoppio dell’ordigno (nelle foto). La potenza della deflagrazione ha causato la rottura dei vetri delle finestre di alcune abitazioni circostanti, gettando nel terrore proprietari e residenti. Sul posto sono intervenuti i carabinieri del Nucleo Operativo di Agropoli, agl’ordini del l.te Alfonso Cerotto, e della Stazione di Capaccio Scalo, diretti dal l.te Serafino Palumbo, che hanno posto sotto sequestro il luogo dell’attentato ed interrogato di nuovo a lungo i proprietari del Centro Motor. I rilievi del caso sono stati eseguiti, in loco, dai carabinieri del Sis (Sezione Investigativa Scientifica) del Comando provinciale di Salerno: da capire, soprattutto, la tipologia dell’esplosivo utilizzato per l’attentato.
La signora Enza Iuliano (nella foto sotto), proprietaria della struttura insieme ai figli, in un’intervista esclusiva rilasciata stamane a StileTV (guarda il video), dichiara: “Voglio sapere quali sono i motivi di tanto accanimento nei confronti della mia famiglia, siamo gente che lavoriamo sodo, viviamo qui da sempre e mio marito è morto 8 mesi fa… vorrei che mi dicessero o mi mandassero a dire, da qualcuno, perché ce l’hanno tanto con noi, solo questo”.
Nella notte del 6 settembre scorso, i soliti ignoti diedero alle fiamme invece tre veicoli, un’auto e due furgoni, tentando di far saltare in aria, invano, l’intero capannone dell’azienda, specializzata nel commercio all’ingrosso di utensili e ricambi, nonché autofficina, autolavaggio, gommista e rivendita di auto nuove ed usate. Furono almeno sei le esplosioni, tutte innescate dallo scoppio di contenitori di latta e plastica pieni di benzina. La famiglia Paolino, madre e tre figli, gestisce l’attività alla Licinella da oltre 35 anni, avviata negli anni ’80 dal compianto padre Franco Paolino, imprenditore molto noto nella zona scomparso circa 8 mesi fa.
Le indagini, coordinate dai carabinieri della Compagnia di Agropoli, agl’ordini del cap. Giulio Presutti, sono portate avanti in sinergia con il Comando Provinciale di Salerno, coordinato dal col. Riccardo Piermarini, sono ad ampio raggio, alla luce di un nuovo episodio che, agl’occhi degli investigatori, conferma la presenza di dinamiche criminali intrecciate e silenziose in località Licinella. Secondo alcune indiscrezioni, gli investigatori avrebbero escluso la pista del racket, puntando l’attenzione su possibili regolamenti di conti per l’egemonia ed il controllo del malaffare nella zona. È chiaro, infatti, che ad agire sia stata la medesima 'mano criminale' in entrambi gli attentati ai danni del "Centro Motor Paolino".



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