Attualità
ENTE CIVICO SI COSTITUISCE IN GIUDIZIO
ENTE CIVICO SI COSTITUISCE IN GIUDIZIO
Capaccio, Engel ricorre al Tar contro revoca progetto Sprar da parte del Comune
Anna Vairo
11 marzo 2015 08:13
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CAPACCIO PAESTUM. L’Associazione “Engel For Life” Onlus ricorre al Tar contro la revoca del progetto SPRAR di tutela, accoglienza ed integrazione a favore dei rifugiati, beneficiari di protezione umanitaria e richiedenti asilo, adottata dal Comune di Capaccio Paestum. L’associazione, infatti, ha richiesto l’annullamento del provvedimento (previa sospensione della delibera di Giunta comunale n. 25/2015) e di tutti gli atti presupposti, connessi, collegati e consequenziali, nonché per il risarcimento dei danni. Di contro, l’Amministrazione comunale retta dal sindaco, Italo Voza, ha ritenuto opportuno, per la tutela degli interessi dell’Ente, costituirsi in giudizio affidando la difesa all’avv. Antonio D'Urso del foro di Salerno. La Giunta comunale, lo scorso 19 gennaio, deliberò l’annullamento del progetto, i cui enti gestori sono la ‘Engel Italia’ e la ‘Engel for Life’ con sede a Capaccio, “alla luce di inadempienze ai dettami del progetto, delle lamentele più volte avanzate dagli stranieri ospitati all’interno della struttura di accoglienza e, non ultimo, i gravi episodi verificatisi, a dicembre 2014, con i rifugiati che avevano dichiarato di essere continuamente minacciati e di avere paura di continuare e rimanere nel centro Sprar”. Il progetto aveva preso il via all’inizio del 2014, a seguito di uno schema di convenzione tra il Comune di Capaccio Paestum, la Engel Italia srl e l’associazione Engel For Life, per la realizzazione del programma di accoglienza di 25 persone richiedenti protezione internazionale, estendibile per altri 25 in caso di assegnazione dei posti messi a disposizione del Ministero dell’Interno, da febbraio 2014 a dicembre 2016. A seguito dei monitoraggi effettuati dal Ministero e dei sopralluoghi eseguiti da parte del Comune, è emersa la “non rispondenza ai dettati del progetto che doveva essere di integrazione sociale ed invece appariva di accoglienza. Nei primi sei mesi, non erano state garantite dal gestore figure vitali e per l’integrazione delle persone ospitate nel centro, ovvero l’insegnante di alfabetizzazione italiana, il mediatore culturale e il referente legale”. Le inadempienze avrebbero riguardato anche alcune irregolarità inerenti il pagamento puntuale mensile del pocket money, inadeguatezza del cibo, mancata previsione di attività interne culturali e ludiche, mancata fornitura di abbigliamento. A ciò si sono aggiunte le lamentele presentate dagli stranieri alla Prefettura, lo scorso novembre; a dicembre, il Comune di Capaccio Paestum aveva avviato ulteriori controlli a seguito di esposti presentati anche dalla Cgil. Della problematica si era occupato anche il deputato Pd Khalid Chouki, con un sopralluogo a sorpresa presso la struttura Sprar: a seguire, controlli a catena da parte delle forze dell’ordine per verificare la fondatezza delle dichiarazioni rilasciate dai richiedenti asilo. Ad intervenire anche il sindaco di Capaccio Paestum, Italo Voza, che, il 23 dicembre scorso, dispose con apposita ordinanza il trasferimento immediato e temporaneo in un'altra struttura in attesa del via libera, poi giunto dal Ministero, al trasferimento definitivo in altre strutture Sprar sul territorio nazionale. 



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