Lo scorso 18 dicembre, la Capitaneria di Porto e la Guardia Costiera di Salerno, nel quadro delle periodiche attività di controllo disposte dalla Direzione Marittima di Napoli, hanno posto sotto sequestro prodotti ittici ed agroalimentari scaduti e conservati in celle frigorifere mal funzionanti di un’azienda di Capaccio, in un fabbricato di oltre 1000 metri quadrati. L’operazione, denominata ‘Filo di Arianna’, effettuata in collaborazione con i Nas di Salerno ed il Servizio Veterinario del territorio, aveva portato al sequestro di circa 250 tonnellate di prodotti ittici ed agroalimentari (pesce, formaggi, prodotti caseari, ecc.), molti dei quali scaduti nel 2006 ed in cattivo stato di conservazione.
A quasi un mese dalla scoperta del reato, i magistrati hanno accertato che il fabbricato era già stato sottoposto a sequestro, nel 2007, dagli agenti della Forestale di Foce Sele. Per il proprietario della ditta e del fabbricato, B.M. di Capaccio, è così scattata una nuova denuncia per violazione di sigilli. Da qui la richiesta da parte della Procura della misura cautelare nei confronti del rivenditore, cui è stato inflitto il divieto di dimorare a Capaccio, in località Feudo, dove la sua abitazione è ubicata nei pressi del capannone abusivo (al cui interno erano state eseguite ulteriori opere edilizie abusive), con l'obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria. L’interdizione è stata disposta dal giudice per le indagini preliminari, Antonio Di Matteo, su richiesta del sostituto procuratore Angelo Frattini.
Le accuse mosse contro l'imprenditore, dunque, sono violazione dei sigilli apposti in relazione agli illeciti edilizi e commercio di prodotti avariati. Su quest'ultimo fronte, a B.M. sono stati contestati sia i reati di commercio di sostanze nocive che la detenzione di alimenti in cattivo stato di conservazione. Proprio in relazione alle merci sequestrate, nei prossimi giorni saranno effettuati ulteriori e dettagliati controlli da parte degli uomini della Capitaneria di Porto, dei carabinieri del Nas, del personale del Servizio Veterinario e dell'Unità Operativa Prevenzione Collettiva dell'Asl. Si tratta di verifiche disposte dalla Procura, indispensabili prima di procedere alla distruzione dei prodotti trovati in cattivo stato di conservazione. Si indaga anche sulla frode, in quanto i prodotti scaduti avrebbero riportato etichette falsificate. Nel frattempo, continuano le indagini per l'individuazione della provenienza dei prodotti sequestrati che gli stessi inquirenti hanno ritenuto pericolosi per la salute dei consumatori, così come gli accertamenti per individuare i clienti dell'azienda capaccese che avrebbero riacquistato a loro volta la merce.