Sport
Salernitana, allenamento a porte chiuse ad Agropoli
Redazione
14 gennaio 2010 10:28
Eye
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Grassadonia

 

Piove sul bagnato in casa granata. Prima è un violento acquazzone ad accogliere la Salernitana, nel Cilento, per il consueto test infrasettimanale contro la formazione Primavera; poi, una notizia per orecchie acute trova dirette conferme sotto le nubi minacciose, abbattendosi come un fulmine sull’erba sintetica dello stadio “Torre” di Agropoli e rendendo ancor più cupo l’umore di Gianluca Grassadonia (nella foto) dopo la mirata sfuriata di lunedì: Mariano Stendardo è ad un passo dalla Triestina. “Mo’ vediamo, non lo so, dipende dalla società”, farfuglia incerto il possente difensore partenopeo a chi, accanto, gli chiede sottovoce “Allora vai via, Mari? Vai a Trieste?” invocando lumi sull’interesse dalla società alabardata, che sarebbe diventato una proposta di quelle che non si possono rifiutare proprio nella giornata di ieri.

Viene dato per imminente ed impellente anche l’arrivo del presidente Antonio Lombardi, ma del patron vallese nemmeno l’ombra nel gelido e blindato pomeriggio agropolese, dove la presenza di reti di recinzione a ridosso del campo, mai viste prima ad Agropoli, sottolineano che l’allenamento, come preannunciato, è rigorosamente a porte chiuse. Non si sa se per lasciare fuori ai cancelli sbarrati l’ira degli ultras o per tenere alla larga corvi ed uccellacci che aleggerebbero sul Cavalluccio. Intanto, il possibile addio di Stendardo, uno dei pochi a brillare nella fin qui grigia stagione della Salernitana, sarebbe un problema molto serio per Grassadonia, che ha diretto praticamente in silenzio l’intera seduta di ieri: solo due volte, infatti, il tecnico salernitano ha interrotto la partitella, ovvero quando ha invitato gli esterni difensivi a “salire” con maggiore tempismo per accompagnare la manovra, ed i centrocampisti a pressare di più sui portatori di palla nella trequarti avversaria. Stop. Poche parole, molti crucci: il principale è ovviare alla forzata assenza degli squalificati Montervino, Bastrini e Carcuro, e degli infortunati Fusco e Cozza, in vista del proibitivo match al “Matusa” contro il Frosinone di Ciccio Moriero. Nel primo dei due tempi da 45’, l’allenatore granata ha così provato subito Peccarisi al fianco di Stendardo al centro del pacchetto arretrato, con Kyriazis e Balestri sulle corsie esterne; a centrocampo, c’è il marocchino Jadid accanto a Soligo, nella linea a quattro completata da Vincenzo Pepe e Capone; in attacco, il tandem Fava-Caputo.

Nella ripresa, dentro uno speculare 4-4-2 composto da Enrico Pepe, Bastrini, Russo e Pippa davanti a Polito; dall’asse Galasso-Tricarico-Millesi-Statella in mediana con Ferraro e Merino di punta. Il 6-1 finale fa registrare una doppietta a testa per Fava e Ferraro, il gol di Capone e l’autorete di De Palma. Gli applausi degli impavidi tifosi che hanno sfidato maltempo e recinzioni sono tutti per l’agropolese Pippa, tornato ad allenarsi dopo il fastidioso infortunio che l’ha costretto ai box, e per il giovane centravanti Siano, il quale, dopo aver spedito la sfera nell’angolino basso infilandosi tra due giganti come Stendardo e Peccarisi, fa alzare al cielo all’unisono un messaggio all’indirizzo di Grassadonia: “Fallo giocare, mister, fallo giocare”. Una pioggia incessante congela grida e vocii mentre la Salernitana rientra negli spogliatoi, pronta a partire per il ritiro pre partita, che sarà effettuato in provincia di Frosinone, nella mattinata di oggi.

Alfonso Stile

Il Mattino



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