AGNONE. Sono riprese, questa mattina, le ricerche, dell’arma del delitto di Angelo Vassallo. Dopo due giorni di sosta, legata alle condizioni meteo impervie, il nucleo sommozzatori dei carabinieri, assieme ai colleghi del reparto operativo del comando provinciale di Salerno, coordinati dal tenente colonnello Francesco Merone, ed i carabinieri dei Ros, hanno ricominciato a scandagliare, centimetro per centimetro, i fondali del porto di San Nicola a Mare (nelle foto), nella frazione Agnone del comune di Montecorice. Si cerca la pistola, calibro 9 per 21, che la sera del 5 settembre 2010 venne usata, ad Acciaroli, in località Cerza Longa, dall’assassino (o assassini) del sindaco di Pollica. L’arma sarebbe stata gettata dagli esecutori dell’omicidio nelle prime ore di lunedì 6 settembre, seguendo una pista investigativa che conduce ad alcune testimonianze. Le ricerche, molto complesse, sono partite venerdì scorso, e segnano una tappa fondamentale nelle indagini coordinate dal procuratore capo di Salerno, Franco Roberti. Gi inquirenti sembrano vicini ad una svolta. Che prevede, ora, l’ultimo atto: il rinvenimento della pistola. La prova che incastrerebbe l’assassino, con le indagini che continuano ad interessare il 30enne pusher salernitano attualmente in Colombia, ma che potrebbero allargare l’orizzonte, trovando nuovi riscontri nella partecipazione, attiva o in concorso, nell’omicidio Vassallo, di altre persone. Sembra ormai tramontare l’ipotesi camorristica, mentre cresce, di ora in ora, la convinzione che il movente sia riconducibile a fatti puramente personali, maturati in ambienti locali. Una vendetta portata a termine con rabbia ed accanimento. Nuove ed importanti novità sarebbero quindi emerse a sei mesi dall’omicidio di Angelo Vassallo. Il tutto in attesa di un’altra emersione, quella della pistola utilizzata dal killer. Le ricerche dureranno per altri tre giorni, condizioni meteo permettendo.

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