VIBONATI. La Corte d’Assise d’Appello di Potenza ha confermato la condanna a 14 anni di carcere per Sandro Pili, l’uomo che accoltellò la moglie 39enne, Pierangela Gareffa, deceduta a causa di un’emorragia la sera del 30 novembre 2014, nell’abitazione dei coniugi in località Fortino, a Vibonati. L’imputato era stato condannato in primo grado, con rito abbreviato, a 14 anni di carcere con altri 3 di custodia in una casa di cura, con il gup del Tribunale di Lagonegro che aveva riconosciuto a Pili, rinviato a giudizio con l’accusa di omicidio volontario, la seminfermità mentale: l’uomo è stato ritenuto non pienamente capace di intendere e di volere all’epoca dei fatti. A costituirsi parti civili, durante l’udienza preliminare, erano state la madre della donna, le due sorelle e l’associazione ‘Mai più Lucrezia’, che tutela i diritti delle donne vittime di violenza, alle quali il giudice ha riconosciuto il risarcimento del danno. Pili, inizialmente, aveva negato ogni responsabilità nell’omicidio della moglie ma poi, durante l’interrogatorio, messo alle strette dagli inquirenti confessò il delitto, avvenuto al culmine dell’ennesima discussione tra i due. Il 41enne, in preda alla rabbia, colpì la moglie con un coltello da cucina che lui stesso poi indicò agli inquirenti, dopo averlo riposto in una scatola di cartone sul frigorifero. Pili riferì di non avere avuto intenzione di ucciderla, ma lasciò che la moglie morisse dissanguata nel suo letto dopo diverse ore di agonia.