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Processo Mastrogiovanni: testimonianza choc di una paziente dell'ospedale di Vallo della Lucania
Comunicato Stampa
01 giugno 2011 16:17
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mastrogiovanni

 

VALLO DELLA LUCANIA. Riceviamo e pubblichiamo, integralmente, il resoconto dell'ultima udienza (31 maggio 2011) relativa al processo per il decesso di Francesco Mastrogiovanni redatto dal "Comitato Verità e Giustizia per Francesco Mastrogiovanni" di Vallo della Lucania.

 

Oggi, alle ore 15:30 presso il Tribunale di Vallo della Lucania (Sa), presieduto dalla Dr.ssa Elisabetta GARZO, si è svolta una nuova udienza del processo Mastrogiovanni contro i diciotto medici ed infermieri del reparto di psichiatria dell’ospedale pubblico San Luca di Vallo della Lucania, dove la mattina del 4 agosto 2009 fu trovato morto il maestro elementare Francesco Mastrogiovanni di Castelnuovo Cilento, sottoposto qualche giorno prima ad un Trattamento Sanitario Obbligatorio illegittimo da parte del sindaco di Pollica e, una volta in ospedale, senza ragione fu sottoposto ad una disumana ed ininterrotta contenzione, durata ottantadue ore e ritenuta dalla magistratura inquirente contraria ad ogni regola giuridica e sanitaria. Assente per motivi di salute il medico psichiatra Dr. Giuseppe ORTANO del Centro Igiene Mentale di Aversa (CE) non è stato sentito nemmeno il medico legale dell’ASL di Vallo della Lucania, Dr. Adamo MAIESE, presente all’udienza odierna.
Il Presidente Dr.ssa Elisabetta Garzo, con l’accordo dei legali di tutte le parti, ha rinviato alla prossima udienza l’esame contestuale dei due medici. Il Dr. Adamo Maiese è il medico legale aziendale che, dopo aver riscontrato, i segni della contenzione sul corpo di Mastrogiovanni ha chiesto ed ottenuto l’intervento dell’Autorità Giudiziaria che dispose l’esame autoptico, eseguito nel mese di agosto 2009 dallo stesso Dr. Adamo Maiese, con la collaborazione del medico psichiatra ORTANO. L’operato dei due medici ha consentito al P.M. Dr. Francesco Rotondo di rinviare a giudizio i medici e gli infermieri presenti nei giorni del ricovero di Mastrogiovanni. Alla prossima udienza, fissata per il 14 giugno, dunque il loro esame.

Nell’udienza odierna sono stati sentiti quattro ex pazienti del reparto di psichiatria, due dei quali non si sono presentati. Un ragazzo è arrivato in aula piangendo, e anche se tra le lacrime ha detto "Vorrei dire altre cose che non ho detto nell’interrogatorio": il Presidente del Tribunale, Dr.ssa Garzo, lo ha esonerato dalla deposizione, facendo presente che si sarebbero attenuti alla testimonianza resa ai carabinieri.
Subito dopo è stata sentita una giovane mamma di un paese del circondario. Dalla deposizione della paziente è emerso un quadro terribile e agghiacciante della situazione dell’ospedale vallese. La donna, con lucidità, serenità, pacatezza e senza un filo di rancore, ha testimoniato l’orrore praticato dai medici e dagli infermieri del reparto di psichiatria di Vallo della Lucania, parlando di comportamenti inaccettabili del personale infermieristico, facendo anche i loro nomi. Come in un film dell’orrore racconta - nel silenzio partecipato del pubblico - dell’infermiere che sfonda la porta del bagno, chiusa a chiave, la afferra violentemente e la trascina di peso per il corridoio. In un'altra occasione è stata costretta a un corpo a corpo con un infermiere prima di essere sedata. Ha denunziato anche avances di un infermiere che le preannunciò una visita alla mezzanotte in punto. La giovane signora riferisce in aula che in quell’occasione ebbe tantissima paura e passò la notte pregando. Ha poi riferito di essere stata contenuta ai polsi e passeggiando nel reparto, quando non dormiva in preda ai sedativi, ha visto persone contenute che venivano visitate raramente dal personale medico. Ha riferito anche di amiche alle quali non è stato consentito di farle visita. Grazie a questa testimonianza coraggiosa e lucida, nell’aula di giustizia del Tribunale di Vallo della Lucania emerge il «sistema» adottato nel reparto e del quale parla anche la Cassazione nella sentenza del settembre 2010, pronunciata a seguito del ricorso presentato dal P.M. dr. Rotondo contro le ordinanze del Riesame di Salerno.

Al P.M. Dr Renato Martuscelli che chiede alla teste notizie sulla diagnosi formulata dai medici, la giovane signora risponde "A volte hanno parlato di una cosa e a volte di un'altra", e ancora oggi la psichiatria non è stata in grado di aiutarla a rispondere alla domanda: "Sono sana o malata di mente?", facendo presente che continua regolarmente la sua vita di mamma, di moglie e di figlia accudendo giorno e notte la madre ammalata e allettata, senza sbagliare mai una medicina.

Nel corso dell’udienza si è avuta la prova della fondatezza di quanto scritto dal GIP Dr. Marrone nell’ordinanza con la quale il 18 gennaio 2010 disponeva l’interdizione dalla professione ai medici e agli infermieri indagati: "L’accertamento di ripetuti e costanti falsi in cartella clinica relativi all’applicazione di mezzi di contenzione nei confronti dei pazienti rende evidente, cioè che le condotte abusive erano poste in essere confidando nella circostanza che detti pazienti potessero ritenere leciti tali tipi di trattamenti e che essi, comunque, fossero in una situazione di tale difficoltà e disagio sociale da non lamentarsi del trattamento ricevuto. Se a tutto ciò si aggiunge la possibilità di invocare una (presunta)  scarsa credibilità di pazienti affetti da malattie psichiatriche appare evidente che gli abusi potevano essere compiuti confidando nella quasi certezza di non essere chiamati a risponderne…".

A prova di quanto temuto dal GIP un legale di uno degli imputati solleva un incidente: ai sensi dell’art 196 c.p.p. chiede al Presidente del Tribunale di accertare la capacità di testimoniare della teste che descrive, come testimone oculare e come vittima, con grande lucidità e pacatezza comportamenti e trattamenti impensabili nell’anno di grazia 2009. La Presidente ha rigettato la richiesta del legale, facendo presente che l’ultimo ricovero della teste risaliva al 2008 e sottolineando che, nella deposizione, la teste ha dimostrato di avere capacità di testimoniare, sia con il modo di esprimersi e sia con il modo di interagire alle varie domande.


Il Comitato Verità e Giustizia per Francesco Mastrogiovanni
Vincenzo Serra, Giuseppe Tarallo, Giuseppe Galzerano 

 

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