CAPACCIO. Il ristorante e pizzeria “Simposium”, situato nel cuore dell’area archeologica, a pochi passi dai templi, resta sotto sequestro. Il tribunale del Riesame ha infatti, rigettato il ricorso presentato dal proprietario. La struttura circa un mese fa, su disposizione della Procura di Salerno, è stata sequestrata dal personale della polizia locale, diretta dal capitano Antonio Rinaldi, in esecuzione al decreto preventivo emesso dal gip Di Florio su richiesta dei pubblici ministeri Polito e Valenti, titolari del procedimento penale. Il rigetto del ricorso ha creato un certo allarmismo tra i titolari delle altre attività commerciali ed esercizi pubblici, che insistono nell’area sottoposta a vincolo archeologico per la possibile chiusura della propria struttura. Gli operatori attendevano l’esito del ricorso con molta ansia, coscienti che potesse incidere anche su quelle che saranno le scelte della Procura, relativamente all’inchiesta in corso sulle 150 attività, nel mirino dei controlli della polizia locale. L’inchiesta avviata dalla magistratura punta ad accertare il possesso dei certificati di collaudo e di agibilità. Uno dei motivi principali per cui è stato sottoposto a sequestro il “Simposium” (nella foto), è stato proprio la mancanza di collaudo, oltre ad una serie di abusi edilizi. Questo tipo di attestazione infatti, è indispensabile in quanto certifica la sussistenza dei requisiti antisismici e strutturali. Da quanto hanno evidenziato, ad oggi, i controlli quasi la totalità delle attività commerciali ed esercizi pubblici non sono in possesso del certificato di collaudo strutturale. Per gli irregolari il rischio reale, è che la Procura decida di procedere con la chiusura e sospensione dell’attività fino a quando i titolari non regolarizzano le proprie strutture. Al vaglio della Procura anche le posizioni dei responsabili degli uffici e assessori delegati al commercio che, nel corso degli anni, hanno rilasciato l’autorizzazione per attività commerciali e le licenze ai pubblici esercizi. Gli operatori commerciali nei giorni scorsi hanno incontrato il sindaco Pasquale Marino, al quale hanno chiesto di intervenire al fine di scongiurare, almeno per questa estate, la chiusura delle attività. “È necessario trovare una soluzione – afferma Domenico Federico, titolare di un’attività commerciale a Torre di Paestum – chiediamo una tregua almeno per questi mesi estivi. L’auspicio è che il sindaco vada in Procura per sensibilizzare i magistrati a soprassedere almeno per il momento”. C’è, dunque, grande tensione tra gli operatori commerciali per quello che sarà il destino delle proprie strutture. Nell’area sottoposta a vincolo archeologico, comprendente le contrade di Torre di mare, Linora, Licinella, Santa Venere e Paestum, insistono soprattutto complessi alberghieri, ristoranti, bar, villaggi turistici.