ALBANELLA. Confermare le condanne inflitte, nei precedenti gradi di giudizio, al capaccese Mario Cosimo Marsico ed al marocchino Radouane Halimi: è quanto chiesto dal pg Antonella Giannelli ai giudici della Corte d’Assise d’Appello di Salerno per i due imputati, nel nuovo processo di merito per il duplice omicidio di Albanella. La tesi difensiva non ha convinto la Procura generale, che non fa sconti chiedendo nuovamente la condanna all’ergastolo per il rigattiere capaccese e 30 anni per il complice marocchino, nonostante la Cassazione abbia annullato, nel 2016, le sentenze di condanna per entrambi rinviando il tutto alla Corte d’Assise d’Appello, chiedendo la revisione della sentenza per Marsico, difeso dall’avv. Francesco Saverio Dambrosio; mentre per Halimi, difeso dall’avv. Gerardo Cembalo, una revisione della sentenza inerente la sola premeditazione confermando, di fatto, l’accusa di omicidio nei confronti dell’extracomunitario. Si tornerà in aula il mese prossimo, con le arringhe delle difese fissate per il 7 aprile e la sentenza della Corte prevista per il 28 aprile.
Il delitto si consumò la notte del 2 gennaio del 2012, in località Fravita, dove furono uccisi a coltellate il rigattiere Armando Tomasino e la sua convivente Maria Francesca Lamberti, trucidati rispettivamente con 37 e 35 fendenti: movente del duplice assassinio, un presunto debito relativo ad una partita di rame che Tomasino non aveva ancora pagato a Marsico, scatenando così il raptus omicida al culmine di una violenta lite, con Halimi a fungere da complice.