CAPACCIO PAESTUM. Morirono folgorati mentre alzavano un lampione davanti ad una casa in costruzione in Via Gromola Varolato. Un rinvio a giudizio, un patteggiamento e un’assoluzione: queste le decisioni del gup Donatella Mancini del Tribunale di Salerno in merito al tragico incidente sul lavoro che causò, il 3 agosto del 2016, la morte del 28enne Walter De Nigris, elettricista ebolitano residente a Borgo Carillia, e del 46enne agricoltore capaccese Martino Marino, entrambi investiti ed uccisi da una violenta scarica elettrica.

A processo, dunque, andrà solo Vincenzo Alfano, ovvero il proprietario dell’abitazione che aveva commissionato i lavori: l’accusa è di duplice omicidio colposo aggravato, con il dibattimento in primo grado che inizierà a dicembre prossimo, con i familiari delle vittime hanno preannunciato la costituzione di parte civile.

Ha patteggiato una pena a tre anni, invece, l’imprenditore Donato Andreioli, titolare della ditta di impianti elettrici che stava eseguendo i lavori nella villetta, cui è stata contestata solo la mancata redazione di un piano di sicurezza adeguato nel cantiere (nella foto). Per il figlio Felice Andreioli, invece, che rimase anche lui ferito nell’issare il palo dell’illuminazione, è arrivata l’assoluzione in quanto non ritenuto responsabile di fatto dei lavori che stava eseguendo la ditta. Con il riconoscimento del primo giorno di lavoro della Ditta Andreioli a Walter De Nigris, la sua figlioletta ha ottenuto una pensione di circa 800 euro al mese fino alla maggiore età da parte dell'Inail, che sarà gestita dalla compagna del compianto elettricista.

È stato accertato, dunque, che il lampione urtò un elettrodotto generando la scarica letale, con il gup che ha ritenuto pacifico il fatto che il cantiere fosse privo dei minimi requisiti di sicurezza per la tutela dei lavoratori.