EBOLI. Riceviamo e pubblichiamo la seguente nota inviata, alla nostra redazione, da Felice Boniello, presidente dell’Associazione socio-culturale ‘Spazio per Santa Cecilia’:
"Oggi sarebbe dovuta iniziare l’11esima edizione della ‘Festa del fagiolo’ a Santa Cecilia, un momento di ritrovo, di festa, di allegria e di aggregazione per la nostra comunità.
Purtroppo, quest'anno non si farà, non per colpa nostra, che avevamo anche già avviato le pratiche per avere i vari premessi, ma semplicemente perché chi doveva garantire l’organizzazione degli spazi dove doveva svolgersi la festa, non lo ha fatto. Crediamo sia giusto raccontare ai nostri concittadini la verità su questa vicenda, perché la gente ha il diritto di saperla.
A fine maggio, comunicammo a chi di dovere le date nelle quali si sarebbe svolta la Festa, bloccando in questo modo gli spazi necessari, dove si è svolta anche precedentemente, pagando i bollettini per ottenere le autorizzazioni, avviando le pratiche per ottenere i vari permessi.
Dopo qualche settimana, veniamo informati che, prima di noi, si sarebbe svolta un’altra sagra e che la stessa sarebbe terminata solo il giorno prima dell'inizio della ‘Festa del fagiolo’, mettendoci così in difficoltà con il montaggio delle nostre attrezzature, dei gazebo e dei vari banconi. Esponiamo il problema a chi di dovere, il quale ci risponde che “non può farci niente”.
Così decidiamo di farlo presente al sindaco, cercando di contattarlo più volte per chiedere un appuntamento, ma senza ottenere risposta. Successivamente, il sindaco ha richiamato un socio dell’associazione per fissare un appuntamento in un bar di Santa Cecilia, alla presenza di un consigliere comunale, al quale il presidente dell'associazione non ritenne opportuno andare in quanto esso non era stato trattato come un normale cittadino.
Così, un delegato dell'associazione presente all'incontro illustrò la situazione al sindaco, il quale, durante l'incontro, non pronunciò parola, quasi se ne lavò le mani, e così in sua presenza decidemmo di non svolgere più la sagra, perché non avevamo il tempo materiale per montare tutto quello che ci serviva.
Ma, oltre al danno anche la beffa, perché la sagra che doveva svolgersi prima di noi, e che ci avrebbe messo in difficoltà con il montaggio, non si è più svolta e di questo non siamo stati nemmeno informati… evidentemente l’intenzione era quella di non farcela fare e basta!
Chi ha consentito tutto ciò non ha fatto del male solo a noi, ma ad un intera comunità, che durante la nostra festa si ritrovava, passava il tempo, sceglieva di rimanere a Santa Cecilia piuttosto che andarsene fuori! Il presidente si è riservato di riunirsi con gli associati per valutare la chiusura dell'associazione o almeno di dimettersi”.