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Capaccio, biomasse: Tar Campania riconosce 'solo' 183mila euro di danni alla Biocogein
Alfonso Stile
03 gennaio 2018 17:43
Eye
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CAPACCIO PAESTUM. La Settima sezione del Tar Campania, con sentenza collegiale, ha riconosciuto alla Biocogein la somma di 183.824,48 euro quale risarcimento per il ‘danno emergente’ determinato, con perizia di parte presentato dalla stessa ricorrente, per la mancata realizzazione della centrale a biomasse in località Sorvella di Capaccio Paestum, rigettando invece la richiesta di 10,5 milioni di euro che la società napoletana aveva richiesto anche come ‘lucro cessante’: in particolare, la Biocogein ha posto a fondamento della propria domanda di risarcimento i comportamenti “asseritamente ostruzionistici e violativi del principio di leale collaborazione, nonché le determinazioni, a suo avviso, illegittime, assunte dalla Regione Campania, dal Comune di Capaccio Paestum, dal Consorzio Bonifica di Paestum, dalla Soprintendenza dei Beni Paesaggistici e Architettonici, dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri”.
A dover pagare tale somma saranno, ciascuno per un terzo ovvero 61.274,83 euro, la Presidenza del Consiglio dei Ministri, la Regione Campania e il Comune di Capaccio Paestum, in quanto responsabili della bocciatura dell’iter burocratico. I giudici del Tribunale Amministrativo Regionale, infatti, hanno accolto in particolare numerose eccezioni presentate dall’avv. Gaetano Paolino, che ha difeso l’ente civico nella complessa controversia, richiamando anche la sentenza del 1° febbraio 2016 del Tar di Salerno in merito alla lottizzazione abusiva contestata nell’area dove si sarebbe dovuta realizzare la centrale. Compensate per complessive 9mila euro, invece, le spese legali.
La sentenza emessa dai magistrati della Settima Sezione del Tar di Napoli (presidente Rosalia Maria Rita Messina, consigliere Guglielmo Passarelli Di Napoli; estensore-consigliere Marina Perrelli), a seguito delle camere di consiglio del 26 settembre e 7 novembre 2017, resta comunque appellabile in Cassazione dalle parti eventualmente interessate a fare ricorso (nella foto il responsabile esecutivo della Biocogein, Antimo Palma, intervistato in esclusiva all'epoca da StileTV). 

LE MOTIVAZIONI DELLA SENTENZA
I giudici del Tar, nello specifico, hanno ritenuto “non configurabile alcuna responsabilità in capo a nessuna delle Amministrazioni coinvolte nel procedimento di autorizzazione relativamente al ‘lucro cessante’, vale a dire ai mancati utili che sarebbero derivati alla società ricorrente dalla vendita sul mercato elettrico dell’energia e dalla sua incentivazione, utili che sarebbero conseguiti alla messa in esercizio dell’impianto a biomasse, poiché all’esito dei rammentati giudizi aventi carattere impugnatorio risulta dimostrato che gli atti, affetti da illegittimità idonee a determinarne l’annullamento, hanno indubbiamente aggravato e rallentato l’iter procedurale”.
Diverse le considerazioni, invece, riguardo al risarcimento del ‘danno emergente’, vale a dire “alle voci di spesa rappresentate dai costi del progetto, dalle spese sostenute per la coltivazione del procedimento e per il personale, che la società ricorrente non avrebbe sostenuto se il procedimento non si fosse prolungato per un così notevole lasso di tempo e non si fosse articolato in così numerosi passaggi procedimentali”.
Ad avviso del Collegio, infatti, la “Regione Campania, il Comune di Capaccio Paestum e la Presidenza del Consiglio dei Ministri con il loro comportamento, sfociato anche nell’adozione di atti illegittimi per le ragioni indicate nella motivazione relativa alla trattazione dei singoli ricorsi proposti dalla ricorrente, hanno determinato alla Biocogein un danno ingiusto, avendone impegnato il tempo e le risorse finanziarie per oltre due anni in un procedimento che, sebbene non si può affermare si sarebbe concluso sicuramente con l’adozione dell’autorizzazione unica”.



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